La montata lattea è l’inizio della produzione di latte materno “maturo” da parte della ghiandola mammaria.
Si tratta di un evento che non avviene immediatamente dopo il parto ma varia da mamma a mamma.
Vediamo insieme i principali sintomi per riconoscerla e tutte le sue caratteristiche.
Differenza tra montata lattea e colostro
Appena nato, il bambino non ha bisogno di mangiare. Anzi, in generale deve liberare il proprio corpo da una serie di sostanze ingurgitate durante il parto, come per esempio il liquido amniotico.
Questo non significa che non abbia bisogno di principi nutritivi e soprattutto di anticorpi. Anzi.
Il neonato subito dopo la nascita deve essere protetto.
Per questo il seno della mamma produce il colostro. Una sostanza, che presenta un’elevatissima concentrazione di principi nutritivi e di anticorpi. Può essere paragonata ad una preziosissima essenza, che nutre e protegge il bambino dai germi e dai batteri, creando una barriera protettiva.
Inoltre, il potere blandamente lassativo del colostro, facilita la necessaria “spurga” del neonato. In modo prepararlo al seno della mamma quando produrrà il vero e proprio latte.
Quando arriva la montata lattea
La montata lattea dipende dalla donna e dal bambino. In genere avviene 3-4 giorni dopo il parto.
La mamma la riconosce perché i seni diventano caldi, tesi, turgidi e spesso dolenti.
Attaccare spesso il bambino stimola la ghianda mammaria a produrre il latte. La mamma non deve preoccuparsi della durata della poppata. Il bambino prenderà la quantità e la qualità di nutrimento di cui ha bisogno.
Se la montata lattea non arriva
Se la montata lattea tarda ad arrivare la prima cosa da fare è non perdere la pazienza e continuare ad attaccare il neonato al seno per stimolare la produzione di prolattina.
Nei primi giorni di vita del bambino più lui si allatta più latte viene prodotto.
Quindi la mamma può attaccarlo spesso e più volte. Nelle prime 24 ore di vita il numero delle poppate può essere di 5-6 mentre il primo mese di vita di solito il neonato poppa ogni 2 ore, significa 8-12 poppate al giorno.
Il ritardo della montata lattea solo in pochissimi casi è veramente problematico per il bambino, per lui è già sufficiente essere nutrito con il colostro, la sostanza lattiginosa giallastra ricca di elementi importantissimi per lo sviluppo delle difese immunitarie e fisiche dei bambini che lentamente lascerà il posto al latte.
L’allattamento a richiesta
Se non si sveglia è la mamma che deve metterlo in condizione di succhiare dal seno, non certo svegliandolo ma prendendolo in braccio e avvicinandolo delicatamente al capezzolo e facendogli colare sulla bocca qualche goccia di latte.
L‘allattamento a richiesta che non segue degli orari precisi ma le esigenze del bambino permette alla mamma e al piccolo di stabilire i tempi e il ritmo per le poppate.
Quali errori non commettere
Se il bambino non mangia correttamente e la mamma non riesce a produrre il latte nella prima settimana non occorre demordere.
Ma continuare a perseverare nell’allattamento. In questa fare è meglio rinunciare (se non specificatamente prescritto dal pediatra) ad aggiunte di latte artificiale e ciucci perché è possibile che il neonato perda la voglia di imparare a poppare bene al seno.
Perchè è importante bere acqua?
Nel periodo in cui la mamma allatta ha bisogno di essere sempre molto idratata. L’acqua diventa indispensabile per far si che tutto il “processo” funzioni. L’incremento dell’irrorazione arteriosa e venosa del tessuto mammario, l’apporto sanguigno che il corpo deve fornire, con un grande dispendio energetico, la produzione vera e propria di latte portano la donna a produrre nei primi 6 mesi fino a800-1000 ml di latte al giorno e l’acqua rappresenta una grande quota di questo latte, anche perché il neonato ha una composizione corporea formata all’80% di acqua.
La mamma dovrà bere tanta acqua ma idratarsi anche scegliendo i cibi più corretti. Alimenti ricchi di fibre e proteine, verdura, frutta e legumi. Vanno limitati gli zuccheri, le bevande gasate e zuccherate, i grassi e fritti. Non dimenticare la preziosa fonte di grassi monoinsaturi fornita dall’olio d’oliva e degli acidi grassi come l’Omega 3 presenti nel pesce.
Le ragadi
Le ragadi sono screpolature e lesioni più o meno profonde che compaiono sul capezzolo e molto spesso sono causa di “abbandono” dell’allattamento. Infatti, quando si soffre di ragadi, può capitare che, a causa del dolore e dopo aver provato vari rimedi, senza però riuscire a risolvere il problema, la mamma non riesca più a reggere la situazione e decida di interrompere le poppate.
Le ragadi possono anche favorire la comparsa di ulteriori complicazioni, quali l’ingorgo e la mastite.
Quando compaiono le ragadi è importante identificarne la causa e intervenire subito. Meglio sarebbe rivolgersi al più presto a un figura esperta in allattamento come l’ostetrica in modo che possa offrire informazioni e suggerimenti mirati per superare le difficoltà.
Farsi aiutare e rivolgersi a un centro specializzato
Il primo mese è impegnativo sia per la mamma che il per il suo bambino. Meglio non rimanere troppo da soli e soprattutto è importante farsi aiutare nelle incombenze quotidiane (pasti, faccende domestiche, ecc) per potersi dedicare completamente al piccolo.
Quando non si riesce ad allattare bene oppure in presenza di un qualsiasi problema (dalle ragadi alla frequenza delle poppate) è possibile rivolgersi a un centro per l’allattamento, di solito sono presenti nei consultori e farsi aiutare da ostetriche, pediatri e professionisti.