Nei primi tre mesi del 2019 i casi di morbillo in tutto il mondo sono aumentati del 300 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018, secondo i dati provvisori raccolti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Il problema riguarda diversi paesi europei e asiatici, così come parte dell’Africa e degli Stati Uniti e sta portando alcuni governi come anche quello italianoitaliano a valutare nuove iniziative per rilanciare le vaccinazioni, primo strumento per arginare la diffusione della malattia.
In Germania per esempio è stata presentata una proposta di legge che non solo obbliga alla vaccinazione i bambini contro il morbillo, ma infligge una multa fino a 2.500 euro per chi si rifiuta ostinatamente di sottoporvi i figli. Ed inoltre i renitenti, ossia i figli di chi sceglie di non vaccinare non potranno entrare a scuola finché non si saranno messi in regola.
Ma vediamo meglio in che cosa consiste questa malattia.
Cosa è il morbillo?
Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae).
È una malattia molto contagiosa che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite.
Come si trasmette il morbillo
Il morbillo è diffuso in tutto il mondo. Si tratta di una delle più frequenti febbri eruttive, sebbene sia molto meno comune da quando è in uso la vaccinazione con richiamo.
La malattia si trasmette solo nell’uomo. I malati vengono isolati nel periodo di contagio.
Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerà più per l’intera durata della vita.
Quali sono i sintomi del morbillo
Il morbillo non ha sintomi gravi, provoca principalmente un’eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina.
Generalmente dura tra i 10 e i 20 giorni.
I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta.
Successivamente appaiono dei puntini bianchi all’interno della bocca.
Dopo 3-4 giorni, appare l’eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L’eruzione dura da 4 a 7 giorni, l’esantema scompare a cominciare dal collo.
A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno.
Quando preoccuparsi
Il morbillo può essere la causa di numerose complicazioni, dalla polmonite alla encefalite, una pericolosa infezione che interessa il cervello e il resto del sistema nervoso centrale, contenuto nella scatola cranica. Questa malattia provoca tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite.
Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse.
Di solito la diagnosi si fa solo per osservazione clinica. Eventualmente si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 giorni dall’eruzione.
Incubazione e terapia
Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all’entrata del virus nell’organismo e finisce all’insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre.
Come si contagia
Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili.
Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell’aria quando il malato tossisce o starnutisce.
Come si cura
Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che hanno la madre infetta durante la gestazione.
Quando vaccinarsi
Il vaccino del morbillo appartiene ai vaccini vivi attenuati. Il vaccino esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr).
Si consiglia una prima dose del Mpr prima del 24° mese di vita, preferibilmente al 12-15° mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni.
Fino al 6°-9° mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso.
Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), né, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l’Aids.