Dopo i padri autoritari, i mammi, i padri giocosi e le doppie assenze diamo un’occhiata all’arma a doppio taglio del ruolo riflesso, strumento educativo straordinario nelle mani dei genitori responsabili, arma letale in mano a genitori irresponsabili.


Stiamo parlando di un’altra dinamica di coppia che, se fallisce, porta con se il fallimento del ruolo di un genitore, o di tutti e due.

E’ indubbio che ogni figura genitoriale si delinea e prende forma – agli occhi dei figli – anche grazie alla legittimazione e al rafforzamento proveniente dall’altro genitore. C’è una reciproca responsabilità dei genitori nella costruzione del loro ruolo di padre e di madre.  In due parole è il papà che valorizza la madre agli occhi dei figli ed il papà risulta tanto più buono e presente, quanto più la madre ne valorizza e legittima l’immagine. Il buon esito di questo giochetto – che giochetto non è – è ritenuto decisivo per la crescita, la socializzazione e l’educazione dei figli.
Prendiamo l’esempio del padre (ma ciò vale – a ruoli invertiti – anche per la madre, sia chiaro): egli è esposto al rischio di diventare o meglio di essere considerato un padre assente, se la sua figura è sminuita e continuamente screditata dalla propria compagna la quale, così facendo, ne demolisce quello che potremo chiamare il ruolo riflesso.  I figli, sopratutto se coinvolti in una dinamica di questo tipo in giovane età, si convincono piano piano di avere un padre che non vale niente quindi imparano a non considerarlo come parte integrante del loro mondo affettivo oppure a non considerarlo come punto di riferimento per la loro formazione e come uno dei due assi portanti della loro educazione, del loro mondo.
Questa dinamica è purtroppo e tristemente frequente nelle famiglie che vivono una separazione conflittuale ma è anche presente in molte famiglie nelle quali i genitori vivono un rapporto o una situazione familiare insoddisfacente.  In queste situazioni può accadere che, involontariamente – o, peggio, volontariamente – questo ambito diventi terreno fertile per ripicche o vendette, che – va detto a caratteri cubitali – invece di colpire il compagno\avversario, danneggiano esclusivamente il mondo affettivo dei figli, arrecando loro un danno consistente.
Probabilmente ci sono mille altri modi di definire le assenze paterne, ma sicuramente questo nostro discorso ha definitivamente sgombrato il campo dal luogo comune che vuole identificare il padre assente con il papà che non c’è mai.
Il padre assente non  è quello che non c’è mai, il padre assente è quello che non sa fare il papà, non vuole fare il papà oppure quello al quale non è consentito di fare il papà.

Federico Ghiglione

Associazione Professione Papà

www.professionepapa.it

(fonte immagini sloth.altervista.org)