Cosa può fare una donna che si accinge a partorire perché il suo parto possa essere il migliore possibile per lei?
Innanzitutto frequentare i corsi di accompagnamento al parto, che vanno dal secondo semestre di gravidanza fino a sei mesi dopo il parto. Inoltre c’è la possibilità di scegliere dove partorire informandosi sulle prassi attraverso cui opera quella struttura.

Cosa chiedere:

  • la possibilità di vedere i locali dove si partorisce (compatibilmente con le esigenze della struttura): molti ospedali consentono alle partorienti di visitare la sala travaglio ed il reparto di degenza.
  • se è previsto essere assistiti da una persona, e se accolgono anche il padre del bambino o se è necessaria una donna (in alcuni luoghi, per motivi legati all’organizzazione, gli uomini non sono ammessi se sono presenti più donne negli stessi locali)
  • quali procedure sono di routine per il travaglio e il parto: monitoraggio continuo, la rasatura del pube, il clistere, l’episiotomia, e in che percentuale vengono applicate (l’episiotomia, ad esempio, dev’essere al di sotto del 50%)
  • se praticano il rooming-in e consentono l’allattamento integrale (senza somministrazioni di altro tipo di latte che non sia quello materno)

Queste ed altre informazioni fanno parte di un percorso di ricerca di consapevolezza che permette di arrivare al momento del parto con informazioni chiare riguardo a come avverranno alcune cose, e permettono di scegliere il tipo di esperienza che si reputa migliore per se stesse.

 

Non tutte le condizione saranno ideali: spesso è necessario raggiungere un compromesso. La vicinanza di una struttura ospedaliera, ad esempio, per qualcuna può essere più importante delle modalità che gli operatori utilizzano. Per altre invece queste ultime sono più importanti dello spostamento necessario all’approssimarsi del parto.

 

Esiste un margine di scelta, tenuta fuori l’imprevedibilità del caso, che ci permette di creare quelle condizioni che ci predispongono alla tranquillità. Ovviamente saranno diverse per ciascuna: ogni donna ha un’immagine, delle aspettative su come sarà l’incontro col proprio bambino, ed è importante che proprio queste siano incoraggiate attraverso il sostegno e l’informazione.

 

In un tempo lontano, le donne sceglievano il luogo per loro più adatto a partorire, che fosse la capanna del villaggio o un luogo isolato e silenzioso. Anche oggi questo significa scegliere dove, come, in che modo partorire, e questo presuppone anche sapersi interrogare sui propri bisogni e sul proprio modo di intendere il parto.

 

E’ importante, pertanto, non sottovalutare questo aspetto, e sintonizzarsi su ciò che si desidera per accogliere il bambino nel mondo e proteggere la sacralità della propria esperienza.

 

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

 

foto:donnamoderna.com