Esiste una gioia forte, pura ed emozionante, che coincide con la nascita del proprio figlio. Eppure, nei racconti delle madri, questa gioia si affianca paradossalmente a momenti intensi e sconvolgenti.Sia nella più felice delle esperienze che nei casi in cui la donna scivola lentamente in baby blues e depressione, questa coesistenza di opposti è costante. Il parto non è solo la nascita di un bambino, ma anche un momento in cui è necessario per la donna rispondere a grandi cambiamenti sia fisici che mentali.

E’ per questo che l’evento del partorire necessita di essere “contestualizzato” (compreso consapevolmente e assimilato) nella propria esperienza, comprendendo (non solo cognitivamente) i significati che assume per ciascuna.

La consapevolezza è un presupposto fondamentale perché questo evento, potenzialmente traumatico, possa avere un esito positivo ed evolutivo (permetta quindi alla donna di andare avanti con una sensazione di crescita personale).

Sulle aspettative del parto, prima della nascita, è più facile parlarne: dai discorsi nella sala d’aspetto ai colloquio clinici. Più difficile invece è mettere parole alla rielaborazione dell’esperienza, dopo che è avvenuta, proprio per il fatto che è un’esperienza forte, e che in molti casi racchiude momenti difficili da superare.

Raccontare, tuttavia, è un momento importante che va sostenuto in ogni donna: mette ordine alle sensazioni, e soprattutto trasmette il proprio vissuto all’interno di una relazione, trasformandolo e aprendolo al sostegno empatico.

Quali sono gli elementi del parto che le donne ricordano? Alcuni sono ricorrenti, e li vedremo meglio nel prossimo articolo.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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