L’esperienza del dolore durante il travaglio, soprattutto quando richiede un tempo che può durare diverse ore,  può attivare uno stato d’ansia che si associa all’intensità delle sensazioni dolorose e degli eventi. Può capitare, talvolta, che in queste circostanze la donna provi un senso di “disintegrazione” : il dolore è molto intenso, il corpo “esce dall’abituale controllo”. Da qui il senso di perdersi, la percezione di frammentarsi, in certi casi è anche paura di impazzire.

Da un punto di vista metaforico, è così: partorire è un evento di grande portata che richiede una momentanea e importante destabilizzazione per attraversare un grande cambiamento fisico e psichico. La “disintegrazione” di cui parliamo, tuttavia, non è qualcosa che mette a rischio la nostra incolumità. Ma in quei momenti, naturalmente, non tutte lo pensano.

 

L’idea che il dolore del travaglio sia così intenso da “disintegrarci”, in realtà, per quanto comune, è una percezione che non è d’aiuto al processo stesso. Numerosi dati hanno dimostrato che le donne che hanno affrontato il travaglio senza la convinzione che il proprio corpo le stesse “tradendo” o “abbandonando” sono riuscite a viverlo in modo significativamente diverso, in molti casi anche senza ricorrere all’epidurale. Purtroppo non è ancora una percentuale significativa di casi, ma è un dato che può migliorare, se questo evento è affrontato con un’adeguata preparazione psico-fisica.

 

Il nostro istinto di sopravvivenza ci porta a proteggerci da tutte le esperienze di dolore, intese come una perdita dell’integrità del corpo. Il dolore del travaglio, tuttavia, ha una finalità importante: quella che ci porta a separarci da un equilibrio, da un modo di essere, per arrivare ad un altro. Questi significati saranno ancora più importanti dopo la nascita del bambino, quando lentamente si avvierà quel percorso di trasformazione dell’identità della donna che la porterà a definirsi madre.

 

Ci sono molte metafore poetiche che hanno descritto il travaglio come un viaggio complesso attraverso sensazioni forti: affrontarlo significa andare incontro all’incertezza, alla possibilità di “smarrirsi”, di entrare in un tunnel di cui non si conosce l’uscita.

 

Come poterlo affrontare con la certezza di potercela fare? Alcune riflessioni banali ma che possono essere importanti:

 

1) mantenere la calma: può sembrare scontato e anche difficile, ma è l’unico filo conduttore per affrontare questa “difficile prova”.

 

2) cercare il sostengo di una persona importante: che sia il vostro partner, o la madre, un’amica, o l’ostetrica che vi segue, pensate sin dai mesi che precedono il parto ad una persona che vorreste accanto, e pianificate la possibilità che vi assista durante il travaglio.

 

3) “guardarsi intorno”: spesso, al di là dei tanti programmi fatti, il momento rivela tanti imprevisti, e qualcosa può non andare come avevamo preventivato. In questo caso, cercate intorno a voi la cosa migliore possibile in quel momento: la persona che meglio vi ispira, l’immagine che più vi aiuta, un pensiero felice.

 

4) sentirsi libere: non dimenticate che solo voi disponete della forza del vostro corpo, e se le persone che vi sono accanto non sembrano comprendere quello che è giusto per voi, non assecondateli. Con un ovvio senso di ragionevolezza, muovetevi nel modo che più vi aiuta, chiedete quello che può alleviare il dolore e la fatica, non temete il giudizio nei vostri confronti.

 

5) non dimenticare che è tutto ha una fine: non dimenticate che il dolore avrà una fine e verrà dimenticato, e il vostro bambino vedrà la luce e sarà presto accanto a voi. In questo modo asseconderete il processo e lo aiuterete a volgere al termine.

 

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

 

foto: evoluzionefamiglia.it; vitadamamma.com