“No sale nello svezzamento”.
Questa è una delle direttive più comuni dei pediatri.
Eppure spesso ancora molte mamme e papà non capiscono perché i propri piccoli debbano mangiare della “pappa insipida”. Ma non è proprio così…
Vi spieghiamo perché.
No al sale nello svezzamento
Lo svezzamento è quella fase in cui il bambino passa da una alimentazione liquida a base di latte a una completa (ovviamente questo avviene per fasi).
I nuovi cibi e le nuove consistenze vengono introdotti gradualmente.
Si tratta di un momento molto importante nella vita dei bambini. Lo svezzamento permette di educare il bambino e la bambina a percepire e allenare il proprio gusto.
Sappiamo bene che il sale, non è nocivo, di per sè. Ma se consumato in eccesso, come spesso fanno alcuni adulti, rischia di provocare ipertensione.
E questo problema può verificarsi anche in tenerissima età.
Inoltre sino ai 9 mesi i reni dei bambini non sono ancora sufficientemente sviluppati per filtrare i sali.
Ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità precisa che il sale non va mai aggiunto alle pappe nei bambini prima di questa età.
Quando inserire il sale nell’alimentazione
Sino ai due anni di età del bambino nella sua alimentazione non si dovrebbe mai superare la quantità massima di 2 grammi al giorno di sale.
Man mano che crescerà si potranno insaporire le pietanze sempre di più fino a quando, intorno ai sette anni, il bambino assumerà la stessa quantità di sale dell’adulto che corrisponde a circa sei grammi al giorno, pari ad un cucchiaino da caffè.
Secondo una ricerca dell’OMS se tutti diminuissero anche solo di un cucchiaio al giorno l’apporto di sale, il tasso delle malattie cardiovascolari diminuirebbe sensibilmente e si potrebbero salvare ben 2,5 milioni di vite l’anno.
Imparare sin dalla tenera età a seguire un’alimentazione sana e corretta è una lezione per la vita. Un patrimonio di benessere per il futuro.
I genitori ne sono responsabili.
Il sale non va demonizzato
Troppo sale fa male ma eliminarlo del tutto non va bene. Si rischia infatti di privare l’organismo di una sostanza indispensabile per il mantenimento della salute.
Il sodio e il potassio contenuti nel sale sono fondamentali per la crescita dei piccoli.
Le prime pappe non andranno mai salate, anche perché, quando si introdurranno altri alimenti come il parmigiano, ci sarà comunque una parte di sale che arriverà con il formaggio. Il sale è già presente in tantissimi alimenti.
Inoltre crescendo verranno sempre più spesso a contatto con cibi già salati (snack, cibi pronti), è quindi utile limitarsi o evitare di aggiungerlo nei piatti preparati a casa.
La percezione di un cibo più o meno salato è molto soggettiva. Educare i bambini a mangiare con poco sale, a conoscere i sapori al naturale può renderli adulti più sani.
Quale sale scegliere
Il sale più adatto in particolare ai bambini è quello iodato.
Lo iodio è fondamentale per il corretto funzionamento degli ormoni tiroidei, che svolgono un ruolo determinante nella crescita dei bambini e nel mantenimento dell’equilibrio metabolico degli adulti.
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