Se è difficile parlare di mestruazioni, parlare di assorbenti lo è ancora di più e parlare di assorbenti interni quasi impossibile.

“In questo emisfero ha fatto scalpore una campagna pubblicitaria in cui, per pochi secondi, si vede una ragazza leggere perplessa le istruzioni per l’utilizzo di un assorbente interno” racconta mia sorella Silvia, quella che vive in Nuova Zelanda.

“Il filmato è simpatico e realista: chi di noi è andata a colpo sicuro la prima volta che li ha utilizzati? Eppure, da queste parti è stato giudicato “offensive”, “disgusting”, degrading”, “embarrassing”, “tasteless” and “repugnant”. Ah, anche “outrageous”.

“E’ perché siete dei puritani irriducibili” le ho risposto “Conservate una pudicizia di matrice vittoriana. Da noi, le pubblicità di assorbenti interni…”

Ma lì mi sono dovuta fermare.

Quali pubblicità? Qui di assorbenti interni proprio non si parla. Eppure sono così comodi!

Perchè parlare di assorbenti interni è così difficile?

Giulia, amica mia, ultimo bastione del femminismo, dimmi: perché parlare di assorbenti interni è così difficile?

“Bisogna avere pazienza e fare passo alla volta” risponde lei “Io stessa conosco donne che ancora oggi ‘in quei giorni’ evitano persino di lavarsi i capelli; persone per le quali il sangue mestruale non è un aspetto fisiologico della femminilità ma una sorta di punizione divina, qualcosa che le fa sentire sporche, gonfie e inadeguate, seppur temporaneamente. E’ difficile che queste donne utilizzino con disinvoltura un assorbente interno perché questo implica una confidenza con gli aspetti più intimi del proprio corpo che non tutte hanno. Ricordo un’amica a cui, in vacanza, offrii un tampone per consentirle di fare il bagno in mare. Ma lei lo rifiutò dicendo che le evocava immagini raccapriccianti di ammassi ovattosi e gonfi tra le gambe, pronti a lasciare dietro di sé strisce rossastre. E sono in tante a pensarla come lei! Sapendo quante resistenze ci siano ancora in merito all’utilizzo degli assorbenti interni, non mi sorprende che sia difficile, per chi si occupa di comunicazione, adottare il giusto linguaggio per informare sui vantaggi e venderli. E poi ho una mia idea…”

Non le chiedo quale ché ho paura, ma Giulia me la comunica lo stesso.

 Assorbenti interni e verginità

“Il fatto è che un assorbente interno non è ben visto da nessuno, non dalle giovani donne e tanto meno dagli uomini. Se lo usi ancora prima di aver avuto un rapporto sessuale, poi, non hai quella bella iperverginità- trofeo da donare al maschio!”

Ma va’ là, Giulia, adesso è il tuo femminismo a parlare! Oltretutto è risaputo che imene e tamponi vanno d’accordissimo tra loro.

“Hai ragione, però nell’immaginario collettivo ogni cosa che entra nel canale vaginale riporta comunque alla goduriosità pruriginosa del sesso. Se non hai avuto rapporti sessuali, ma utilizzi assorbenti interni, il tuo canale sarà un viavai di tamponi d’ovatta e questo ti rende poco seria perché la prima volta non sarà stato un uomo ad avervi avuto accesso. Poveri maschi, io li capisco: già non sopportano il paragone tra di loro, figurati con un tampone!”

La coppetta mestruale

“Se si fanno tutte queste paranoie per un po’ ovatta, è solo perché ancora nessuno ha parlato loro della coppetta mestruale, mooncup” prende parola Carla, la più giovane del gruppo “Uno strumento igienico, ecologico, sicuro, riutilizzabile. Si sfila, si svuota, si lava, si riapplica”.

Ecco, non so come dirlo qundi lo dico come so: è troppo persino per me. Per un attimo, un attimo solo, benedico la menopausa precoce che mi ha messo al riparo da ali, gocciolii, fili molesti e coppette mestruali.