L’allattamento è certamente un momento magico, di profonda unione e intimità fra la mamma e il suo piccolo, che renderà speciale anche il loro rapporto futuro. Sono molti i pareri concordi sul fatto che un allattamento prolungato porti inoltre maggiori benefici al bambino, tuttavia prima o poi deve comunque arrivare il momento di smettere. Ma sono molte le paure delle mamme, e talvolta può risultare un processo sfiancante e doloroso per tutti e due.

La paura più frequente nella mamma è il senso di colpa, che si verifica soprattutto nel caso in cui lavori: teme di privare il figlio di una risorsa importante solo a causa della sua stanchezza o del suo egoismo.

Ma il senso di colpa è in agguato anche quando sente il bambino piangere disperato perché vuole il seno, e allora si cede alle sue richieste forti della convinzione che “continuare è per il suo bene”.

In realtà non c’è un momento esatto in cui smettere, ma prolungare l’allattamento oltre i 12 mesi può diventare problematico perché il bambino dopo quell’età comincia a considerare la tetta come una specie di ciuccio, un giocattolo, e succhiare (soprattutto prima della nanna) rischia di diventare un vizio dal quale poi è molto più difficile venir fuori.

Smettere di allattare è dunque un processo che deve avvenire in maniera graduale, si tratta di un momento di crescita importante per il piccolo perché lì avviene il primo vero distacco dalla mamma, ed è quindi fondamentale che non risenta dell’ansia materna ma che anzi continui a sentirsi vicino a lei come prima.

Ecco allora qualche consiglio:

  • Siate decise: che il motivo sia la stanchezza, il lavoro, il fatto che con i dentini e la forza maggiore allattare cominci a farvi male, una volta presa questa decisione non tornate indietro! Altalenare tra una scelta e l’altra corroderà sia voi sia il bambino, che dopo la prima “ricaduta” da parte vostra non vi crederà più e attenderà solo che torniate nuovamente sui vostri passi.
  • Niente sensi di colpa: una madre sente quando è il momento migliore per smettere, sia per se stessa che per il figlio, quindi ascoltate sempre e solo il vostro istinto. Solo voi potete sapere cosa è giusto e cosa no. E ricordate che i piccoli avvertono ogni stato d’animo della mamma, perciò essere critiche con voi stesse non potrà far altro che influire negativamente anche sul vostro cucciolo: un bimbo è felice quando anche la sua mamma è felice.
  • Non è utile nemmeno per il bambino rispondere sempre col seno a ogni suo pianto: innanzitutto perché diventa un’abitudine, come abbiamo accennato, difficile da togliere in seguito, e poi perché il piccolo ha bisogno di modi diversi di essere calmato, non sempre dello stesso. Coccole, bacini, carezze, non il seno per qualunque situazione, sebbene possa sembrare il metodo più rapido ed efficace. Inoltre è giusto che a volte esprima pure la sua rabbia, se non ha ricevuto qualcosa che desiderava: mai cadere nel tranello di accontentarlo ogni volta che urla e piange, crescendo crederà di poter ottenere tutto quello che vuole solo facendo i capricci.
  • Staccate gradualmente dal seno il bambino e cercate nuovi equilibri e nuovi modi per prolungare quel legame speciale che si era instaurato con l’allattamento. Iniziate eliminando i momenti “superflui”, per esempio quando piange perché è frustrato, annoiato o fa i capricci. E’ difficile farlo in maniera drastica, ma se gli date il seno una volta sì e una no lo destabilizzerete perché non capirà e penserà che è una vostra scelta deliberata accontentarlo oppure no.
  • Cercate di intervallare il seno al biberon, sostituendolo del tutto nel giro di 2-3 settimane, per esempio prima di metterlo a dormire. Continuate a dargli voi il biberon, così da mantenere intatto il rituale della nanna con la mamma e fargli acquisire sicurezza anche nel distacco.
  • Siate stoiche alle urla disperate, che potrebbero protrarsi anche per un paio di settimane, e ricordate che tornare indietro farebbe solo più danni che altro, rendendo il piccolo ancora più bisognoso della vostra vicinanza.
  • Capovolgete in positivo la situazione: siate allegre e fiduciose, orgogliose della vostra decisione, quella di aver accettato di accompagnare il vostro bimbo nella crescita senza intromettervi come ostacolo tra lui e il mondo. E se lui è già un po’ grandicello, stabilite un giorno per “dire addio al lattino di mamma” e fate una festa, inventatevi un gesto simbolico per fargli capire che ora è “più grande”.

Se desiderate approfondire l’argomento, potete leggere anche questo post: Allattamento: smettere senza traumi