Generalmente il feto verso il settimo mese si gira e si mette in quella che viene definita posizione cefalica, con la testa rivolta verso il basso. In alcuni casi può tuttavia assumere la posizione podalica, detta completa, se le natiche sono verso il basso e le gambe incrociate davanti, oppure incompleta, con le natiche sempre verso il basso e le gambe distese verso l’alto. Nell’immagine sopra vedete anche una posizione incompleta di tipo misto. Il feto può mettersi in posizione podalica in alcune circostanze: quando distende le gambe, e quindi fa fatica a girarsi; oppure se c’è poco o troppo liquido amniotico; oppure ancora se l’utero è stretto, piccolo o deformato; nel caso dei parti prematuri il feto può essere podalico perché non ha fatto in tempo a girarsi, nel caso dei parti gemellari perché non c’è spazio.

Se nel corso dell’ecografia dell’ultimo trimestre il bambino non si è ancora girato, tuttavia, non preoccupatevi: a 30 / 34 settimane di gravidanza il 16% dei feti è podalico, ma 2/3 di questi si girano spontaneamente prima del parto, e solo il 4% si presenta ancora di podice a termine.

Esistono inoltre alcune tecniche che possono aiutare il feto a cambiare posizione.

La prima viene praticata dl ginecologo in ospedale tra la fine dell’ottavo e l’inizio del nono mese: è una manipolazione esterna che facilita il rivolgimento, attraverso pressioni sulla pancia della mamma. Dura circa due ore e mezzo e va praticata sotto guida ecografica. Un’ecografia e una cardiotocografia eseguite prima della manovra sono volte ad assicurare il benessere del bambino. La manovra non è rischiosa, ma in alcuni casi può provocare un inizio di scollamento della placenta o un travaglio prematuro: in questi casi può essere necessario eseguire un cesareo anticipato.

Un’altra tecnica consiste nello stimolare con un sigaro o un cono di moxa un punto che si trova all’angolo esterno del quinto dito del piede. La moxa è composta principalmente da un’erba detta artemisia vulgaris, che viene fatta bruciare in prossimità del punto da trattare, generando un calore e un odore generalmente percepiti come gradevoli; si trova nelle farmacie più fornite ed è utilizzata in oriente in combinazione con l’agopuntura. Un medico agopuntore può mostrare come seguire il trattamento, che poi va ripetuto con cadenza quotidiana, un quarto d’ora per ogni piede, fino al rivolgimento, che sarà avvertito dalla donna. La terapia va eseguita per quindici giorni e poi sospesa, ma in caso di insuccesso si può ripetere per altri quindici giorni. Un agopuntore può stimolare, unitamente al punto del piede, anche un punto della colonna lombare con gli aghi.

Un parto podalico per via naturale è teoricamente possibile, tuttavia presenta alcuni rischi per il feto e può risultare più faticoso e doloroso per la mamma. Oggi in Italia, inoltre, nessuno è più in grado di seguire parti podalici naturali, che avvengono invece ancora in altre nazioni, come i Paesi Bassi. In Italia si preferisce, per evitare complicazioni, praticare il taglio cesareo, non prima però della quarantesima settimana, perché potrebbe verificarsi un rivolgimento spontaneo anche durante gli ultimi giorni di gravidanza.

Chi di voi ha avuto bambini che si presentavano di podice, e ha tentato la manovra di rivolgimento o la tecnica di moxa e agopuntura? Con successo?

Immagine: www.ilmiobaby.com

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