È di qualche giorno fa la notizia che in Sicilia verranno chiusi più di venti reparti maternità: “La sicurezza di mamma e bimbo conta più della comodità di partorire vicino a casa”. Ed è per questo che verranno chiusi i reparti in cui non nascono almeno 500 bambini l’anno.

Si sacrifica la comodità in funzione della sicurezza. A Palermo si è svolto un congresso nazionale della Sigo (società italiana di ginecologia e ostetricia) in cui sono state affrontate problematiche legate alla gestione dei reparti e anche al tema del parto cesareo. È ormai tristemente nota la faccenda del business dei parti cesarei, in particolare nelle strutture private e accreditate: se il costo di un parto cesareo sarà lo stesso di un parto naturale l’unico motivo per cui si opterà per il cesareo sarà legato ad aspetti clinici o di sicurezza per mamma e bmbino. E questa è senz’altro una buona notizia.

In merito alla sicurezza e alla chiusura di molti reparti, il vantaggio per le mamme e i neonati sarà legato soprattutto ai migliori servizi anche se tutti sappiamo che di fondo si tratta di tagli.

I centri che registrano più di 500 parti all’anno dovranno infatti avere a disposizione 24 ore su 24 una guardia medica con ginecologo, ostetrica e anestesista. Inoltre questi punti nascita avranno anche attrezzature migliori con tecnologie che non tutti i piccoli ospedali possono permettersi, diventando anche più rischiosi in caso di emergenze o situazioni particolari.

La Sicilia ha il record di strutture con meno di 500 parti all’anno (sono 38), e in Italia sono in tutto 123 strutture pubbliche a rischio di chiusura a causa dei tagli.

E voi avete partorito in un grande ospedale o in un punto nascita di piccole dimensioni? Cosa pensate di questa razionalizzazione delle strutture?