Da una semplice ecografia, una dichiarazione forte: “…le ovaie sono policistiche (o multifollicolari, c’è parecchia confusione in merito, ahimè), non è un problema ora, ma quando cercherai un figlio…” e si insinua il dubbio che qualcosa sarà più difficile di quello che dovrebbe essere naturale. Quante donne sono cresciute con questo pensiero? Moltissime.

Che cosa è la sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) riguarda tantissime donne. Sebbene non siano ancora disponibili dati ufficiali italiani, a livello mondiale si parla di 1 donna su 10 o più, in età fertile.

È una sindrome complessa, che spesso fonda le sue manifestazioni su una predisposizione genetica, e che riguarda l’assetto metabolico ed ormonale della donna. La PCOS è correlata ad un rischio aumentato di sviluppare diabete prima dei 40 anni, di malattie cardiovascolari e cancro all’endometrio.

Quali sono i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico?

I sintomi? Molti e variegati, spesso di difficile interpretazione: eccesso di peli, caduta dei capelli, acne, irregolarità mestruali e cicli senza ovulazione, insieme a tendenza all’aumento di peso o difficoltà a perderlo, insulino-resistenza e/o iperinsulinemia. Molte donne con PCOS sono normopeso o magre e questo non esclude che possano manifestarsi gli stessi sintomi delle donne in sovrappeso. Soprattutto queste ultime, sopportano e spesso sottovalutano qualche pelo in più, l’acne, e prendono la pillola se il ciclo è irregolare. Tutto qui. Tendono ad non prendersi cura della sola situazione metabolica nel complesso, ed arrivano a scoprire di avere la PCOS improvvisamente, quando desiderano ardentemente un figlio: ma dopo anni di tentativi il test continua ad essere negativo.

Inizia quindi un pellegrinaggio fra vari specialisti, per sentire soluzioni, pareri, valutazioni e proposte. Ma, la PCOS è davvero un ostacolo a diventare mamma?

La sindrome dell’ovaio policistico ostacola il concepimento?

Sebbene la PCOS sia considerata una delle più frequenti cause di infertilità, non è detto che le tutte le donne con PCOS non siano fertili. È però possibile che sia richiesto più tempo per arrivare al concepimento, infatti, più del 70% delle donne con la sindrome riesce a concepire naturalmente.

A parte le donne in amenorrea da molti mesi e chi è in trattamento farmacologico ormonale (cioè prende la pillola), le donne che hanno il ciclo, anche se non regolarmente, possono avere ovulazioni in un momento del mese non atteso, magari non tutti mesi, ma possono avere comunque una ovulazione efficace.

Certo, se non c’è un ovulo nel posto giusto per ricevere lo sperma in quel momento, il concepimento non sarà possibile, e anche se questo accadesse, le donne con PCOS hanno una più alta percentuale di non attecchimenti o di aborti precoci, rispetto alla media. Ma ci sono buone notizie: una volta che viene ristabilito un buon equilibrio ormonale, garantito anche da uno stile di vita sano, la percentuale di successo si alza.

Cosa fare? Rivolgersi al ginecologo!

Innanzitutto, quando esiste il sospetto che qualcosa non funzioni, occorre andare dal medico. Il ginecologo è lo specialista di prima scelta. Occorre andare con le idee chiare perché più dettagli vengono forniti al professionista e più semplice sarà per lui/lei, avere chiaro il quadro e comprendere il problema. Ecco le informazioni che integreranno le domande che farà il ginecologo:

  • Storia di diabete nella famiglia
  • Età del menarca
  • Presenza di acne giovanile, peli in eccesso (non bisogna avere timore di mostrare al medico dove sono collocati)
  • Regolarità dei cicli negli anni
  • Eventi che riguardano il mese del del ciclo (perdite, cambiamento del muco, percezione dell’ovulazione)
  • Andamento dei cicli nell’ultimo anno
  • Storia del peso e diete (soprattutto quelle drastiche) pregresse
  • Abitudine al consumo di cibi dolci e carboidrati
  • Attività sportiva svolta
  • Livelli di stress e qualità del sonno

Sono tanti elementi, ma utili a comprendere la situazione della paziente e servirà al medico a tracciare una linea di indagine, per esempio con la prescrizione di esami del sangue specifici e accertamenti sulla salute ginecologica più in generale, come la ricerca di fibromi uterini, disfunzioni alle tube di Fallopio, endometriosi ed aderenze, muco cervicale non permissivo o altri problemi come blocchi psicologici, problemi tiroidei, disordini ipofisari, infezioni, iperprolattinemia, ecc.

Soluzioni naturali: yoga e agopuntura sono ottimi alleati

Ogni donna è un caso unico e ognuna ha necessità di un trattamento personalizzato in base alla propria situazione. Sarà il ginecologo a decidere il meglio per ognuna, proponendo varie linee di azione. Ma esiste qualcosa per coadiuvare questi trattamenti? La scienza dice di sì.

Uno studio ha valutato gli effetti della pratica regolare dello yoga: le ovaie hanno subito una positiva riduzione del volume complessivo con involuzione delle cisti o dei follicoli non sviluppati, una generale riduzione della sintomatologia da eccesso di androgeni ed accorciamento del tempo di attesa fra una mestruazione e l’altra, oltre ad un miglioramento della qualità ovulatoria.

Lo stesso vale per l’agopuntura. Una revisione della letteratura ha evidenziato un miglioramento dell’insulino-resistenza, un effetto positivo sulla qualità dell’ovulazione e riequilibrio dei livelli di LH, FSH e 17-beta-estradiolo, segni di una influenza positiva sull’asse HPG (asse ipotalamo-ipofisi-gonadi), ed una riduzione del cortisone, ormone dello stress.

Alimentazione: quali strategie per favorire la gravidanza?

Il mio punto di vista è quello di nutrizionista al fianco delle donne, per il loro benessere e la prevenzione di patologie future. Il mio sguardo è rivolto al peso ed al grasso corporeo in eccesso e, come confermano gli studi, essere in sovrappeso o soffrire di obesità sono fattori negativi sia prima della gravidanza che durante i mesi di gestazione.

Ho avuto occasione di ascoltare tutta la disperazione, l’umiliazione ed il dolore di donne che non sono riuscite nemmeno a prendere appuntamento al centro per la fecondazione assistita perché l’IMC (indice di massa corporea) era superiore a 30. Perché sentirsi dire “…perda 15-20kg e poi ne riparliamo” è davvero frustrante. Che ci sia di mezzo la PCOS o meno, perdere peso richiede tempo, un tempo tecnico necessario affinché il corpo trovi nuovi equilibri, in base alla costituzione e alla reattività metabolica di ognuna.

Occorre però sempre tentare, controllando con attenzione la dieta e cercando di non cadere nella trappola di voler perdere peso a tutti i costi e in tutte le maniere possibili perché potrebbe non essere facile sostenere a lungo diete estreme, rischiando complicazioni, spesso irreversibili.

Tutti gli studi scientifici hanno evidenziato che, dal punto di vista metabolico, perdere almeno il 10% del peso sia un passo più che adeguato per ridurre il grasso addominale, l’insulino-resistenza e l’infiammazione generale. Tutti fattori che mettono a rischio la ricerca di una gravidanza.

Gli integratori sono utili?

Certo, prima vengono le cure mediche ed il giudizio del ginecologo, ma molti studi hanno dimostrato come l’uso di inositolo, sotto forma di una miscela specifica di myo e D-chiro-inositolo insieme con la melatonina, sia utile per favorire tutte le fasi del ciclo ovulatorio, dalla scelta e maturazione del follicolo, fino all’ovulazione e il sostegno della prime fasi della gravidanza.

Infine, la buona notizia: occorre ricordare che più del 70% e più delle donne con PCOS hanno avuto almeno un figlio. Quindi alla domanda: “non potrò avere figli perché ho la PCOS?” la risposta è “no, non è così”, ma occorre avere cura di se stesse, partendo dalla buona e sana alimentazione e dallo stile di vita.

Articolo a cura della Dott.ssa Stefania Cattaneo. Biologa Nutrizionista, iscritta all’Albo Nazionale dei Biologi e laureata in farmacia, ha conseguito due Master Internazionali in Nutrizione e Dietetica ed Alimentazione per le attività sportive. Relatrice in numerose conferenze in Italia e USA, in passato Docente a Contratto per l’Università degli Studi di Torino. Attualmente frequenta il dottorato in Nutrizione con indirizzo Obesità e sindrome Metabolica per la Fondazione Ibero Americana UNINIMI, ha fondato www.lotusflowerpcos.com, un sito dedicato alle donne con sindrome dell’ovaio Policistico.

Attualmente collabora con PCOSChallenge per la diffusione della consapevolezza verso al PCOS nel mondo.

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