La nascita di un figlio ti cambia la vita. Lo diciamo sempre. E spesso loro malgrado, molte donne si vedono costrette a scegliere tra carriera e famiglia. A rinunciare a ruoli di responsabilità perchè diventa difficile coinciliarli con le esigenze dei bambini e quindi a ripiegare su posizioni intermedie, a chiedere il part-time, sino addirittura a “scegliere” di licenziarsi e riprendere a lavorare dopo i 3 anni dei figli o a non farlo più…

Se pensiamo che anche in Francia  il 96% delle domande di richiesta di congedo parentale viene presentato dalle donne ci rendiamo conto che il problema è di matrice culturale e non riguarda solo “casa nostra”. I cugini d’oltralpe, però da poche settimane hanno varato delle misure innovative. Per certi versi rivoluzionarie.

Ai papà francesi spetteranno per legge 6 mesi di paternità, sino ad oggi era solo un mese, sui tre anni autorizzati per ogni coppia, con un assegno familiare garantito dalla Stato. Diversamente dalla legislazione precedente i due periodi di congedo, tra madre e padre, non potranno essere scambiati. E inoltre, come incentivo ad adeguarsi alla normativa, le famiglie che vi aderiranno potranno avere una corsia preferenziale al nido.

Ma qualcosa lentamente sta cambiando anche nella società italiana. Le nuove normative introdotte dal Ministero del Lavoro, in via sperimentale per gli anni 2013-2015, prevedono la possibilità di congedi obbligatori e facoltativi retribuiti anche per il papà e forme di contributi economici per la madre che ne favoriscano il rientro sul mercato del lavoro, tracciano un nuovo percorso che incontra le esigenze delle famiglie.

Sempre in base a questo decreto è stato introdotto il diritto a un giorno di congedo obbligatorio fruibile dal padre anche se la madre è in maternità sinchè il bambino ha cinque mesi. E inoltre la possibilità, se la madre non gode della maternità, di richiedere un congedo facoltativo da parte del padre sino a due giorni continuativi.

Per la prima volta, le donne italiane hanno potuto richiedere degli assegni-voucher (il bando Inps si è chiuso lo scorso 15 luglio) di 300 euro per poter pagare la retta di un nido o una baby sitter. Un aiuto reale e concreto alle famiglie italiane in un momento di crisi del mercato del lavoro.

Una piccola rivoluzione.