Da ieri 7 novembre 2019 è entrato in vigore il decreto attuativo sui seggiolini antiabbandono per i bambini entro i 4 anni d’età, l’effetto?
Il caos.
Si perché per una volta (forse la prima) tutti sono d’accordo che questa legge non funzioni.
Genitori, negozianti, aziende produttrici, forze dell’ordine, automobilisti e politici concordano sul fatto che la norma vada corretta quantomeno nelle tempistiche della sua attuazione.
Pensate persino lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli ha pubblicato un video su Facebook, in cui da un lato, invita le famiglie a conservare le ricevute di acquisto per accedere alle agevolazioni in via di definizione e dall’altro annuncia la disponibilità del governo e della maggioranza a posticipare l’applicazione delle sanzioni.
La legge sull'obbligo di installazione dei dispositivi antiabbandono è sacrosanta. È una legge anzitutto di civiltà, voluta e approvata da tutti i partiti per evitare che accadano tragedie simili a quelle avvenute in passato. Sarà presto possibile ottenere il rimborso di 30 euro per la spesa sostenuta, pertanto è bene conservare le ricevute di acquisto. Mi indignano le accuse che bollano come “ulteriore tassa sulle famiglie” questa norma. Trovo vergognoso strumentalizzare la vita dei nostri figli a fini politici. Questa legge dovrebbe costituire soltanto una conquista per tutti e non un motivo di polemica. Mi preme rassicurare le mamme e le famiglie sull'urgenza di questo dispositivo e sulle “multe” per chi non è ancora dotato di questo strumento: il ministero che rappresento è qui per tutti i chiarimenti e c’è la disponibilità del governo e dell’intera maggioranza a intervenire per posticipare l’applicazione delle sanzioni.
Pubblicato da Paola De Micheli su Giovedì 7 novembre 2019
Che cosa prevede la legge?
Come ben evidenziato da Altroconsumo in uno speciale siamo in una situazione paradossale:
- le indicazioni contenute nel decreto attuativo della legge 117/2018 non sono per nulla precise e lasciano spazio a diverse interpretazioni. Questo significa che i prodotti ad oggi sul mercato potrebbero non essere a norma;
- il numero dei prodotti disponibili sul mercato non è sufficiente a mettere in regola i circa 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai 4 anni presenti in Italia;
- i genitori non sono stati informati su quali prodotti siano effettivamente acquistabili e utilizzabili;
- il contributo all’acquisto di 30 euro tanto pubblicizzato dal Governo non è ancora utilizzabile perché mancano norma ed indicazioni puntuali per richiederlo.
La petizione di Altroconsumo per i seggiolini antiabbandono
Proprio Altroconsumo ha scritto alle istituzioni chiedendo un intervento immediato. Ma soprattutto proponendo di mantenere quanto specificato proprio dalla legge n. 117 del 2018:
l’obbligatorietà dei sistemi anti abbandono sarebbe dovuta partire 120 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto tecnico (considerando la data del 7 novembre 2019, l’obbligo sarebbe scattato dal 6 marzo 2020). Questo avrebbe dato il tempo a fabbricanti, distributori e famiglie di adeguarsi alla normativa in modo corretto.
Cosa rischia chi non si adegua alla normativa
Le sanzioni previste per chi non ha i seggiolini antiabbandono infatti dal 7 novembre sono attive e non sono irrilevanti.
Si rischia infatti una sanzione amministrativa da 83 a 333 euro oltre alla decurtazione di 5 punti patente.
A doverla pagare sarà il conducente o chi è tenuto alla sorveglianza del minore.
Se poi, entro due anni dalla prima multa, lo stesso soggetto incorre un’altra volta in una delle violazioni riguardanti i sistemi di ritenuta, oltre alla sanzione pecuniaria avrà anche la sospensione della patente da 15 giorni a 2 mesi.
Quali seggiolini antiabbandono comprare?
I seggiolini antiabbandono con i sensori già integrati di fabbrica sono quasi impossibili da trovare.
Quindi la maggior parte dei guidatori con figli piccoli a bordo sarà costretto a ripiegare sui sensori aggiuntivi.
Ce ne sono di diverse tipologie: si va da quelli che si collegano alla cintura del seggiolino ai tappetini con sensore di pressione.
La maggior parte di essi si connette via Bluetooth al cellulare del genitore per comunicargli se ha lasciato il figlio in auto e, se non riceve risposta in tempi brevi, lancia l’allarme ad una lista di contatti preimpostati.
Quasi tutti questi dispositivi sono a batteria ed integrano una funzione di avviso in caso di batteria scarica.
I prezzi sono relativamente bassi: si parte da meno di trenta euro per un sensore da agganciare alla cintura e difficilmente si superano i cento euro per un buon tappetino.
Come capire se i seggiolini antiabbandono sono a norma?
In mezzo a tutta questa confusione sono tanti i genitori che non sanno quale possa essere il modello corretto da scegliere per non buttare i seggiolini già in loro possesso.
Se si guarda nello specifico cosa dice la legge, però, gran parte dei prodotti sul mercato ad oggi potrebbero non essere a norma.
In particolare, tutti quelli che richiedono l’attivazione del Bluetooth sullo smartphone (che spesso è disattivato), così come i prodotti senza sensore di peso che per rilevare il bambino devono essere attivati.
Questi sistemi non soddisfano quanto indicato dall’allegato A punto 1.b del decreto 122 del 2019 in cui si esplicita che “il dispositivo deve essere in grado di attivarsi automaticamente senza ulteriori azioni da parte del conducente“.
Sempre il decreto 122 del 2019 nell’allegato A punto 2.b specifica poi che questi sistemi “non devono alterare le caratteristiche omologative” dei seggiolini.
Mettendo però un dispositivo anti abbandono (ad esempio un cuscinetto) all’interno di un seggiolino omologato secondo la normativa ECE R44, ECE R129 o Isize, di fatto si modificano le caratteristiche tecniche del prodotto.
Stando a questo concetto, anche i prodotti indipendenti ovvero quelli non integrati nel seggiolino, potrebbero non essere a norma.
3 consigli per scegliere i seggiolini antiabbandono
Sia che si tratti di sistemi integrati nel seggiolino o indipendenti, per essere considerato a norma il dispositivo deve:
- attivarsi automaticamente ad ogni utilizzo senza ulteriori azioni da parte del conducente;
- dare segnali visivi e acustici (oppure visivi e aptici);
- permettere che i segnali siano percepibili all’interno o all’esterno del veicolo.
In conclusione possiamo dire che è meglio scegliere i prodotti universali con un sensore sul seggiolino e che diano l’allarme immediatamente, prima che il genitore scenda dall’auto (e che quindi evitino completamente l’abbandono).
I sistemi mediati da app e bluetooth dipendono dal corretto settaggio dello smartphone, dal suo stato (carica e copertura di rete) e comunque avvisano dalla dimenticanza solo quando ci si è già allontanati dall’auto.
I consigli del Ministero della Salute
In generale comunque è bene ricordare che è pericoloso lasciare i bimbi chiusi in auto anche solo per pochi minuti.
Il problema non va sottovalutato perché purtroppo molti dei decessi per ipertermia sono stati causati dall’aver lasciato volontariamente il bambino in auto da solo, magari per pochi minuti e con una temperatura esterna non troppo elevata.
Ti consigliamo quindi di seguire alcuni suggerimenti che il ministero ha riportato in questo opuscolo.
- Avere maggiore consapevolezza dei rischi.
- È utile posizionare il proprio telefono, borsa o altri accessori personali sul sedile posteriore accanto al bambino.
- Mettere la borsa del cambio del bebè sul sedile anteriore del passeggero.
- È utile adottare una tecnica americana detta “look back before you lock” cioè controllare tutti i sedili prima di chiudere l’auto.
Gli incentivi per le famiglie
Le agevolazioni per acquistare i seggiolini antiabbandono sono presenti nel Decreto Fiscale 2020 e stabiliscono un contributo di 30 euro per ogni sistema di allarme attingendo a circa 15 milioni di euro per il biennio 2019-2020.
I fondi sono previsti fino ad esaurimento ma non sono ancora stati stabilite le modalità e i tempi per richiederli.
Continuate a seguirci vi terremo informati.