La separazione ha un impatto importante sull’equilibrio emotivo di ogni singolo membro di una famiglia; si rappresenta come un momento di crisi, ma anche di possibile riassetto di dinamiche relazionali che la crisi di coppia teneva in scacco. La coppia coniugale é chiamata a rispondere al cambiamento attraverso il raggiungimento di un nuovo modo di continuare ad essere “insieme”genitori dei propri figli, pur non amandosi e non condividendo piú una vita insieme. Si tratta di un passaggio doloroso ma importante, che spesso richiede tempo per realizzarsi e che é fondamentale per il benessere dei figli.

In questo articolo, cercheremo di dare alcune pratiche indicazioni per affrontare una separazione coniugale tendendo conto del benessere dei minori coinvolti, delle dinamiche disfunzionali della coppia e di come queste possono impedire di vedere i bisogni psicologici dei figli, nonché rallentare il processo di separazione tra i coniugi.

La rabbia: ostacolo o alleato?

La separazione è un processo lungo e i coniugi coinvolti lo affronteranno, talvolta, in modo diverso, attraversando varie fasi psicologiche, allo stesso modo in cui, per certi versi, si affronta un lutto. Il senso di perdita e il dolore che ne scaturisce può in alcuni casi generare profondi sensi di frustrazione e rabbia, che se da un lato permettono di nascondere la tristezza e la paura (‘non lo amo, lo odio’), dall’altro possono essere intensamente proiettati sull’altro generando forti movimenti espulsivi. Riconoscere la propria rabbia ed essere consapevoli che dietro ad essa si nasconde il dolore della perdita permette di non costruirsi in modo difensivo un’immagine dell’altro genitore connotata solo negativamente.

Quando e come comunico la separazione ai bambini?

Questo interrogativo spesso affligge i genitori, con la conseguenza che talvolta i bambini vengono informati quando ormai hanno già compreso tutto. Tenete conto che i vostri bimbi respiravano la vostra stessa aria in famiglia e
possono aver avuto per mesi timori inespressi sulla separazione dei loro genitori.

  • Siate pronti ad accettare il loro dolore, permettendo loro di sentire che le ‘lacrime’: se espresse, hanno uno spazio in cui essere accolte, contenute e, di conseguenza, vissute come tollerabili.
  • Non trasmettete mai ai vostri figli che il dolore è insormontabile, perché non lo è. Loro, come voi, hanno le risorse per superare questo momento di difficoltà.
  • Comunicate la decisione insieme al coniuge, perché i bambini possano capire che entrambi siete lì per loro e che nessuno è stato cacciato, allontanato o abbandonato. Eviterete in questo modo che possano sentirsi in colpa verso l’uno o verso l’altro.
  • Comunicate la separazione dopo aver preso almeno alcuni accordi di base, per
    essere pronti ad affrontare alcune domande critiche (‘dove andrà a dormire il papà? Chi ci verrà a prendere a scuola?’ E tante altre.). Evitiamo di mentire.
  • Ricordate che piú la vostra comunicazione riuscirá ad essere rassicurante, piú questo permetterà loro di riacquistare un senso di controllo su quanto sta accadendo.

Come gestisco il conflitto con il mio ex?

Pare incredibile, ma spesso, coppie che hanno funzionato più o meno efficacemente per anni nell’organizzazione famigliare, alle volte facendo i salti mortali per incrociare turni e gestire imprevisti, improvvisamente diventano incapaci, l’uno per l’altro, di essere bravi genitori. I ritardi, anche minimi, non sono più tollerati, le madri possono essere descritte come troppo ‘opprimenti’ o ‘ansiose’, i padri come ‘indifferenti’ o ‘assenti’. Insomma, quello che nell’altro come genitore funzionava bene durante il matrimonio, dopo la separazione sembra andare perso.

Anche in questo caso, siate consapevoli che spesso la conflittualità tra ex coniugi diventa un modo per rimanere ancora in qualche modo legati, attraverso una sorta di ‘legame disperante’ (Cigoli, 1999) che non permette di raggiungere una separazione più equilibrata e definitiva, in fondo temuta. In alcuni casi, la decisione di separarsi porta con sé la fantasia, più o meno inconscia, che l’altro possa essere ‘espulso’ dalla propria vita non solo come partner, ma anche come genitore.

Non sentitevi onnipotenti, siate consapevoli che avete bisogno dell’altro, non svalutatelo mai davanti ai vostri bambini, non enfatizzate carenze o mancanze che inevitabilmente ognuno può avere nel rapporto con i figli, evitate i commenti ad alta voce, permettete all’ ex coniuge di entrare in casa a prendere i bambini nel giorno spettante, altrimenti il rischio è che il bambino senta di doversi alleare ora con l’uno ora con l’altro genitore.

Il vostro bambino potrà affrontare la separazione se sentirà di poter ancora ‘accedere’ all’altro genitore, anche attraverso di voi. Per esempio, prediligete che l’ex chiami sul telefono di casa, più che sul telefono cellulare dei bambini, per far comprendere loro che mamma e papà si possono ancora parlare! Talvolta può essere necessario farsi aiutare, attraverso interventi di mediazione familiare o di sostegno alla genitorialità.

Come cambia il mio ruolo?

In molti casi fortunati non si assiste ad una separazione difficile o conflittuale, ma entrambi i genitori sono in grado di superare i conflitti personali, in vista del benessere dei bambini. Anche in questo caso, tuttavia, è innegabile che ognuno dei due genitori è ora chiamato a gestire aspetti della vita quotidiana ed educativa che precedentemente potevano essere più semplicemente delegati ora all’uno o all’altro.

Può essere difficile, per un papà abituato a rientrare tardi la sera trovando i bambini già a letto, imparare quei rituali rassicuranti per tranquillizzare i propri bimbi prima di andare a dormire, o per una mamma, che aspettava il rientro del marito per sedare una lite tra fratelli, imparare a gestire in autonomia il conflitto tra i figli (naturalmente può valere viceversa). Ognuno dovrà trovare dei nuovi modi, più personali, che potranno pertanto essere ora differenti o non del tutto condivisibili dall’altro genitore.

Rispetto a prima sarà forse più difficile mantenere una coerenza educativa, e il bambino potrà sempre avvertire che in casa della mamma si può fare in un modo, a casa del papà in un altro. Questo va per certi versi tollerato da parte di entrambi, tuttavia è importante cercare di trovare momenti in cui scambiarsi opinioni o osservazioni su come i bambini si comportano a scuola, come affrontano gli sport o si relazionano con gli amici, sui loro vissuti e sulle loro paure.

In conclusione, la separazione pone ogni famiglia di fronte ad una sfida importante, sicuramente
difficile, che sarà quella di assicurare ai propri figli un senso di continuità della genitorialitá, nonostante la crisi.

Articolo a cura di Cristina Mallarino e Daniela Nicodemo Centro Clinico Area25, Milano.

Le stagioni della vita: un ciclo di incontri a Milano

Gli psicologi del Centro Clinico Area 25 promuovono a Milano l’iniziativa “Le stagioni della vita. Dalla coppia alla famiglia”, una serie di incontri aperti e gratuiti, su temi di grande attualità. Quarto incontro in calendario:

Giovedì 29 Gennaio 2015:
Separarsi
Si può essere ancora famiglia? L’impatto della separazione sui legami

Il ciclo di incontri si terrà presso il CENTRO CLINICO Area25, SIPRe,
Via C. Botta, 25 Milano, dalle 20.30 alle 22.00.
Per informazioni visitate il sito www.area25milano.it