Esistono corsi per ogni cosa che vogliamo fare nella vita, ma per allevare ed educare un bambino ci si deve affidare all’improvvisazione.
Con questa osservazione semplice ma spiazzante una mamma ha aperto un dibattito sul cambiamento della famiglia nella nostra società.Nelle generazioni precedenti non esistevano corsi sulla genitorialità, e, per questo retaggio, trovare oggi la piena accettazione di questi corsi non è semplice. Ma è altrettanto vero che la vita dei nostri genitori era molto diversa: c’erano modelli a cui riferirsi, e ciascuno aveva un’idea di cosa ci aspettasse da loro, quando si acquisiva un ruolo familiare o sociale.

Alla base di molte forme di disagio familiare, invece, c’è oggi il senso di inadeguatezza dei genitori, la complessità dell’esperienza e i messaggi contraddittori dei canali di comunicazione.

Abbiamo molti imperativi, oggi, per raggiungere la realizzazione personale: obiettivi alti ed impegnativi. Molti di noi cercano di raggiungerne alcuni prima di mettere al mondo un figlio, e per questo il tempo del desiderio (della genitorialità) si dilata, e si sposta sempre più in là nel tempo e nell’età.

Diventare genitore (padre o madre) è un momento importante nella vita di un individuo, per il quale non esiste nessuna formazione o nessun “rituale” (come ad esempio in alcune popolazioni aborigene). Le donne sono in parte “agevolate” dal cambiamento fisico della gravidanza (che non significa eludere la difficoltà di questo passaggio), per gli uomini questa esperienza è in parte aleatoria, in parte ancora più improvvisa.

Qual’è l’immagine di noi che trasmettiamo ai nostri figli?
Il nostro modo di comportarci, come genitori, dipende dal modo in cui ci percepiamo dentro questo ruolo.
Essendo protagonisti di un cambiamento societario rapido e in continua evoluzione, è difficile per noi avere modelli di riferimento che non siano quelli che apprendiamo nello scambio e nell’interazione con i nostri “coetanei“.

Se un tempo ci si riferiva alle generazioni precendenti, oggi è nello scambio critico e costruttivo con persone che vivono gli stessi problemi e le nostre stesse difficoltà che riusciamo infatti a costruire la nostra nuova identità. Più siamo in grado di riflettere su noi stessi, di ascoltarci, di stare nella relazione coi nostri figli in modo critico e costruttivo, più costruiamo le risorse per rispondere al cambiamento che è richiesto dall’essere genitore.

Molti di noi sono probabilmente soli nel percorso di sviluppo delle competenze genitoriali, perché raramente sono presenti politiche per la famiglia che forniscano sostegno materiale, psicologico e sociale.

Esistono tuttavia alcune realtà territoriali (percorsi di sostegno alla genitorialità) che si occupano di fornire informazioni, promuovere lo sviluppo di competenze, così come di attivare progetti che favoriscono l’empowerment e la creazione di una rete di relazioni all’interno della quale sostenersi reciprocamente.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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