Eccoci arrivati al quarto speciale di Blogmamma, che tratta di un argomento in assenza del quale Blogmamma non esisterebbe: il desiderio di maternità. Quando arriva? Come si manifesta? Vale la pena di assecondarlo?

Per anni ci siamo immaginate di avere una buona professione, di avere successo nel campo del lavoro, di viaggiare per il mondo, e poi… ecco che piano piano si fa avanti il desiderio di maternità, che spesso genera dei conflitti in noi, ci fa vivere una piccola crisi.

Per alcune questo desiderio arriva presto, magari già a 20 anni, per la maggior parte arriva verso i 30, per qualcun’altra ancora non succede nulla fino ai 40, e poi la voglia di diventare voglia di diventare mamma si scatena. Qualcuna ancora dice di non avere mai desiderato bambini, e non cambierà idea con l’età.

Leggete il nostro speciale e rispondete al sondaggio: quando avete avvertito per la prima volta il desiderio di essere mamma? A 20, 30 o 40 anni? E quanto tempo è trascorso da questo momento al momento in cui avete potuto stringere per la prima volta il vostro bambino tra le braccia? Uno, due, tre anni, o di più? Sì, perché i figli non sono come un caffè da ordinare al bar. Qualche volta bisogna saper aspettare che arrivino, e non sempre questo momento giunge proprio quando li desideriamo e siamo preparate ad accoglierli.

Se ancora non avete figli, e vi chiedete se valga la pena di assecondare il desiderio di maternità, credo che qualunque mamma vi possa rispondere con assoluta certezza: . Un bambino cambia la vita, talvolta la complica, ma porta con sé una gioia tale che qualunque difficoltà passa immediatamente in secondo piano.

Non dimentichiamo infine che esiste anche il desiderio di paternità: si manifesta diversamente, soprattutto dopo la nascita del primo figlio, e sembra essere meno intenso, probabilmente anche a causa del minore livello di ossitocina presente nell’uomo. Non me ne abbiano i nuovi nuovi papà, di cui abbiamo parlato nel primo speciale di Blogmamma. Siamo curiose di sentire anche la loro opinione, perché la nostra è inevitabilmente di parte.

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