Il dossier 2009 di Legambiente sulla scuola, appena pubblicato, mette in evidenza i tagli all’istruzione dal 2002 al 2010: in totale sono 36.218 le cattedre tagliate, con 4.945 classi in meno, a fronte di un aumento di 37.876 alunni, solo nel primo anno della riforma Tremonti-Gelmini.

Il precariato è andato aumentando in maniera considerevole in questi ultimi anni: nell’anno scolastico 2008/2009 i precari nel corpo docente erano pari al 15,66%; molti di più sono inoltre oggi i precari tra i docenti di sostegno: il 43,80%. E anche all’interno del personale ATA le assunzioni a tempo indeterminato sono calate in 8 anni dal 72,52 al 60,37%.

Il 38% degli edifici scolastici necessita di interventi di manutenzione urgente, ma la Finanziaria 2009 ha ridotto ulteriormente i 100 milioni di euro stanziati dalla Finanziaria 2007 (piano triennale del governo Prodi).

Sono invece in progressivo aumento i finanziamenti alla scuola paritaria: i fondi sono passati da 332.079.682 a 561.262.070, con incentivi e benefit per i genitori che la scelgono per i loro figli.

Insomma, non hanno vita facile i docenti della scuola pubblica, né i poveri utenti. Tuttavia, sostiene Vanessa Pallucchi, responsabile scuola e formazione di Legambiente, la scuola non va vista “solo come un costo, un ramo secco da tagliare”, bensì “un’istituzione che ha bisogno di investimenti perché continui a rappresentare un diritto e un’opportunità per tutti.” Senza contare il fatto che un aumento del grado di istruzione dei cittadini italiani porterebbe a un miglioramento delle posizioni lavorative e a una diminuzione dei costi legati all’assistenza sociale dei disoccupati.

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Immagine: scuolathena.it

Fonte: legambientescuolaformazione.it