Quando qualcuno che non vedo da tempo mi incontra per strada con Marta, mi chiede subito se è mia, alcuni lo danno addirittura per scontato. In fondo, come dice anche la mia mamma, io e Marta ci assomigliamo. E poi sapendo che di mestiere faccio, ops facevo, tutt’altro, non possono mai arrivare a pensare che sono la sua tata.
A volte rispondo che faccio un favore ad un’amica, non mi va di raccontare la “rava e la fava”, ma nella maggior parte dei casi, sorrido, e dico che Marta è la mia cliente.

Ma l’altra giorno, pronunciando queste parole ho guardato Marta e mi sono accorta che è molto di più.
Marta è una mia amica. E’ entrata nel mio circolo ristrettissimo a giusto titolo.
Riguardando le foto, i selfie e riflettendo su tutte le cose che abbiamo fatto insieme, Marta è proprio un’amica.
E’ stata buona buona con me in camerino seduta su uno sgabello mentre facevo la prova bikini e quando, di comune accordo, abbiamo deciso di optare per un costume intero quest’anno.

Marta è con me quando vado a ritirare le raccomandate e mi tira sempre su, col suo bel sorriso sdentato, quando sono cattive nuove, come multe o l’Inpgi che rivendica crediti di 10 anni fa.
Marta ascolta le mie chiacchiere strampalate quando passeggiamo insieme. Non si lamenta mai per la mia cucina, né per la mia voce non proprio da eroina Disney quando le canto le canzoncine.
Marta ha la pazienza di sopportare i pizzicotti e le mille raccomandazioni di mia mamma, quando qualche mattina
ci troviamo a prendere un caffé con lei. Sembra guardarmi e dirmi: “ci dovrò passare anch’io, è la vita”.
Marta è con me quando tento di fare la dieta e mi preparo i “mangiarini a zero calorie”, m’incoraggia a proseguire suonandomi la pancia, come una suonatrice di bonghi del parco Sempione.
Sembra impossibile, ma è così: dopo pranzo io mi sdraio sul divano, lei si mette a cavalcioni sopra di me e mi suona la panciotta…risultato? Consapevolezza quotidiana che la guerra all’adipe è ancora lunga.

Marta era con me anche l’altro giorno, quando ho provato il mio primo abito da sposa.
E poi, quando torno a casa, non mi dimentico di lei, non la accantono, la porto con me: col mio compagno e con i miei amici parlo di lei, racconto le nostre piccole avventure quotidiane, le cose buffe che ci capitano, ma questo lo sapete anche voi. Marta fa parte della mia vita e non è solo un lavoro.

Se l’amicizia è crescere insieme. Credo che siamo cresciute tutte e due. Marta dal gattonare sta cominciando a camminare, se la prendo per mano cammina, un po’ da etilometro impazzito, ma è un inizio; ha messo 6 dentini e il settimo è in arrivo, si è allungata, riesce a capire le forme e come vanno incastrate, mangia anche cibi solidi. Le ho insegnato a salutare, ad andare sull’altalena, sullo scivolo e sulle giostre. Le ho insegnato a non avere paura degli animali e dei cani in particolare, che accarezza senza timore. Ho cercato di farla stare in mezzo alla gente, perché quando l’ho conosciuta stava solo con la mamma, piangeva persino col papà. Allora l’ho portata al parco, e sempre con me ad incontrare parenti, amici e conoscenti. Le ho insegnato a posare davanti alla macchina fotografica, ora ha una carriera: è pronta per Vogue bambini.

Ma anch’io sono cresciuta. Marta mi ha insegnato la pazienza, a convivere con la cacca degli altri più volte al giorno senza paura di rovinarsi lo smalto, mi ha insegnato la necessità della dolcezza e del sorriso.
Mi ha insegnato a guardare le cose da un’altra prospettiva, dalla sua, da quella dei bambini che vedono il mondo per la prima volta, e ogni cosa è nuova ed è meraviglia. Grazie a Marta ho rimparato ad apprezzare le piccole cose, a vivere con meno fretta e stress e a non dare nulla per scontato.

Grazie a Marta, come dice la mia mamma, ho fatto le prove generali per diventare mamma. E se prima, qualche dubbio lo nutrivo ancora, oggi penso che la maternità e i bambini siano il dono più bello che le donne abbiano potuto ricevere dalla Natura.

Grazie amica mia!