E’ bello imparare a dire di sì, soprattutto quando siamo in famiglia.

Abbiamo avuto modo di andare a fondo su questo tema insieme allo psicologo Luca Mazzucchelli, in un incontro per parlare di come l’atteggiamento delle mamme verso le regole stia cambiando, di come a un modello educativo basato su delle norme condivise si stia affiancando la consapevolezza che a volte il benessere di tutti i membri della famiglia cresce se impariamo a dire i sì, quelli giusti. A guidare la nostra conversazione c’erano i dati forniti da una ricerca condotta nei mesi precedenti da Fruittella con FattoreMamma, per sondare come le mamme vivono l’equilibrismo tra i sì e i no ai propri bambini.

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L’importanza di avere un approccio educativo normativo (o per meglio dire “autorevole”) non viene certo messo in discussione: come sottolinea Mazzucchelli, i bambini hanno un profondo bisogno dei no dei loro genitori per sentirsi protetti e contenuti, ed infatti la maggior parte delle mamme si definisce severa:

I capricci sono del resto all’ordine del giorno in molte famiglie e la strategia di risoluzione del conflitto individuata dalle mamme è di cercare di distrarre il piccolo o, in alternativa, di lasciarlo sfogare. Due strategie che, ci conferma lo psicologo, sono indicate proprio per non dare eccessivo spazio o attenzione al capriccio e per lasciare che si spenga spontaneamente.

Ci sono del resto momenti della vita familiare che ci mettono duramente alla prova, soprattutto quando è la stanchezza a prevalere, come la sera dopo il rientro a casa. Sono quelli i momenti peggiori, in cui ci aggrovigliamo nel nostro funambolismo, per cui un no sembra doveroso, ma allo stesso tempo sappiamo che un sì, di quelli sbagliati, ci semplificherebbe la vita.

Ed è qui che bisogna fare il salto, consiglia Mazzucchelli, imparando a superare quello che riteniamo un “no educativo” per utilizzare un “sì costruttivo e intelligente”. Per esempio, una richiesta di cibo calorico prima di cena va declinata, ma invece che con un secco no possiamo farlo offrendo cibo sano (come delle verdure crude) che non compromettono l’appetito e l’abitudine a un’alimentazione sana.

In generale, se ci pensiamo bene, i sì ben detti hanno moltissimi poteri e conseguenze. Oltre a conferire più forza ai no fondamentali che schieriamo in campo educativo, fanno crescere il senso di responsabilità dei bambini, chiamati più attivamente in causa quando si tratta di scegliere se rispettare i limiti o trasgredirli, se portare a termine un compito per beneficiare di una successiva condizione.

Dire sì all’autonomia è infatti fondamentale per il percorso di crescita dei nostri figli, perché significa concedere libertà, libertà di sperimentare e anche di sbagliare, ammettendo quel famoso “sbucciarsi le ginocchia” che a noi genitori di oggi fa tanta paura e che troppo spesso evitiamo ai figli per placare le nostre ansie.

E poi, le mamme lo sanno bene, dire sì rende felici:

E, non a caso, per concedere qualcosa di speciale ai nostri bambini diciamo dei sì che favoriscono i momenti di condivisione:

Come spiega Mazzucchelli, i bambini hanno bisogno soprattutto di doni emotivi, esperienze da condividere con noi e su cui fondare la costruzione della propria infanzia. In altre parole, hanno bisogno di attenzione, presenza e tempo, quindi – quando è possibile – ben vengano i sì che ci allontanano dalle nostre distrazioni (è sempre necessario controllare le ultime notifiche sul cellulare?) e da qualcuno di quei doveri che ci sembrano inevitabili, per riportare il fuoco su di loro.

E possono essere positivi anche i sì che aprono uno spazio all’eccezione, la cosiddetta “concessione consapevole”, che confermerà con uno strappo alla regola l’importanza della regola stessa. Come concedersi una caramella, per gustarne la bontà, nella libertà e consapevolezza di sapere quando e come poterlo fare.

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Post in collaborazione con Fruittella