Sin da quanto ero piccola sono cresciuta con la casa invasa da animali domestici.

Una cagnetta di nome Cuba, che ancora oggi ricordo con tanta tenerezza, e sette gatti tra cui, Sheba, Zigo,  Alì, Alino e Amore mio, si avete capito bene Amore mio, era il mio amore. Un gatto bianco e nero con gli occhi azzurri 🙂.

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Lui era dolcissimo, ed era molto attaccato a me, quando me lo avevano portato in casa era molto piccolo e aveva l’abitudine di ciucciare la mia maglietta mentre con le zampette spingeva. Proprio come un bebè che viene allattato al seno e con la manine fa gli stessi movimenti sulla tetta della mamma :).

Con il tempo ho imparato ad avere delle magliette solo per questo, anche perché non sapevo rinunciare a questo momento speciale tra noi due, che è durato anche quando poi lui è cresciuto. Un gatto pulito e grato di quello che facevo per lui.

Come faccio a sapere che fosse grato? Immagino fosse così dal momento che ci portava dei topolini in casa, voleva condividere il suo cibo con noi, anche se per me in quel momento non era poi così bello come ringraziamento. Fortunatamente aveva perso questa abitudine dopo tre o quattro volte, forse si era reso conto che non era normale vedermi salire sul tavolo ad urlare!

Amore mio andava d’accordissimo con tutti gli altri gatti di casa e anche con Cuba e la scena più bella che ancora oggi ricordo, è quella di Cuba stesa per terra in giardino e tutti i miei gatti che dormivano sulla sua pancia, un ricordo così tenero ed intenso che sento ancora oggi l’immensa tenerezza.

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Un altro ricordo bellissimo mi è stato donato da Sheba e Zigo, una coppia affiatata.

Da loro era nata Susy, una piccola gattina (persiana come mamma e papà) gioiosa, felice e davvero giocherellona. Ad un certo punto abbiano notato che la mamma la portava con se a “cacciare”, a scoprire il territorio, le insegnava come nascondersi, come avvicinarsi alla sua preda e come prenderla. Beh era una scena bellissima, un addestramento che durò diverse settimane, e il mio essere romantica non vedeva solo un addestramento, ma anche l’amore della mamma verso la sua bambina, che le proponeva un modo di crescere attraverso il gioco. Bellissimo.

Scoprire in questo modo come loro, i gatti hanno delle abitudini, osservarli e non considerarli più solo degli animali di compagnia, ma degli esseri con delle abitudini complesse.

Poi un giorno, iniziarono a sparire, uno dietro l’altro, non so se fossero morti o se qualcuno li avesse presi, ho sempre sperato in quest’ultima opzione, ma io non ho più voluto gatti in casa, perché per me era stata una sofferenza immensa.

Dopo tre anni, io e Gigi abbiamo preso la nostra prima casa, avevamo una bambina (Valentina) e una cagnolina Lilla, era il nostro quadretto d’amore. Ma di avere ancora gatti in casa non se ne parlava. Ero scottata dalle precedenti esperienze. Almeno fino all’anno scorso.

Pacio

Mia figlia Valentina, incinta, di 5 mesi, arriva in casa con un gattino di soli due settimane, Pacio, bellissimo e tenerissimo. Nonostante mi fossi innamorata a prima vista, non ero d’accordo che tenesse un piccolo Micio in casa, non solo per le mie paure, ma soprattutto perché lei era in gravidanza e non era immune alla toxoplasmosi. Le avevo fatto promettere che gli avrebbe trovato un’altra casa, ma così non fu perché poi Biagio e Michelle si affezionarono a tal punto che TUTTI i miei figli mi fecero la guerra, marito compreso. A questo punto cosa potevo fare? Erano tutti contro di me. Siamo andati dal veterinario, lo abbiamo vaccinato, e ci siamo informati su tutto ciò che riguardava lo stato di gravidanza di mia figlia e sulla toxoplasmosi.

Come molti di voi sapranno, la toxoplasmosi, non è una malattia grave, spesso passa inosservata o al massimo può sembrare uno stato influenzale, però in gravidanza può essere molto pericolosa non per la mamma ma per il feto, che se viene infettato potrebbe essere colpito da malformazioni, più o meno gravi.

Il veterinario ci disse che Pacio non aveva la toxoplasmosi e che per prevenire avremmo dovuto tenerlo in appartamento, fargli mangiare cibo per gatti e sopratutto evitare di dargli carne cruda; di contro mia figlia avrebbe dovuto adottare delle misure di sicurezza, in primis lei avrebbe dovuto evitare il contatto con le feci del gatto, quindi al cambio della lettiera ce ne occupavamo noi, ma nel caso lo avesse fatto lei avrebbe indossato dei guanti.

Tutto è andato bene, nessuna toxoplasmosi, Camilla è nata sana e oggi adora inseguire Pacio a quattro zampe.

E credetemi la vita con Pacio è così bella :).

 

A scuola di Pet Care” è un progetto nato nel 2004. Attraverso di esso Purina desidera portare nelle scuole elementari italiane i principi dell’educazione PetCare per aiutare i bambini – e le loro famiglie – a conoscere le basi di corretta nutrizione, cura, conoscenza e rispetto degli animali da compagnia, per instaurare con loro una relazione serena e responsabile.

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