A un certo punto della vita di una donna, concepire diventa quasi un’urgenza, e i primi insuccessi determinano una sorta di “ansia del figlio a comando”. Un’ansia che colpisce 4 donne su 10 intorno ai 32 anni, addirittura 8 su 10 dopo i 35. Questa “ansia da cicogna” potrebbe essere potenzialmente pericolosa. Per due motivi…

“perché il timore di non farcela crea una tensione che non favorisce il concepimento. E soprattutto perché le over 32 non sono disposte ad aspettare: chiedono di potersi sottoporre subito a esami anche invasivi, pur di avere la garanzia di essere fertili”. A parlare è il prof. Massimo Moscarini, della clinica ginecologica della Sapienza di Roma, che ha trattato l’argomento nel recente congresso della Fiog (Federazione di ostetricia e ginecologia).

Ma in questo modo, non rischiamo, forse, di medicalizzare eccessivamente il concepimento? Concepire diventa così urgente soltanto una volta raggiunti obiettivi di studio o di lavoro? Pensiamo davvero che anche la maternità possa essere “a comando”, che sia una cosa che basti volere per ottenere immediatamente, senza rispetto per i tempi del nostro corpo, della natura?

Oppure è l’avanzare dell’età a incalzare le aspiranti mamme, rendendole ansiose e inducendole a temere l’infertilità dopo i primi, spesso inevitabili, insuccessi?