Oggi non voglio parlare né di mamme né di bambini, bensì di un argomento spesso difficile da affrontare, quello degli  abusi sessuali: un argomento che riguarda in prima battuta le donne, ma talvolta anche gli uomini. Una ragazza di nome Grace Brown, americana di 19 anni, ha creato un blog dal nome incoraggiante, “Unbreakable”, indistruttibili, nel quale le storie di abuso si susseguono una dopo l’altra.

Grace è una studentessa della School of Visual Art di New York che dallo scorso ottobre pubblica nel suo blog fotografie di vittime di abusi sessuali, che tengono in mano un cartello con le parole pronunciate dagli stupratori. In genere il volto di queste persone è coperto dal cartello, che spicca quindi in  primo piano, ma qualcuno ha scelto di mostrare anche la faccia.

Il blog all’inizio raccoglieva solo storie di conoscenti, ma nell’arco di poche settimane è arrivato un flusso di foto da persone che si erano imbattute in queste pagine più o meno casualmente. Ne hanno parlato il New York Times, il Washington Post, il Guardian, la Bbc. Oggi Grace riceve tutti i giorni centinaia di mail, messaggi, commenti e foto da tutto il mondo. E per smaltire tutta la corrispondenza deve farsi aiutare da un assistente.

I cartelli riportano le scritte più disparate: da “Ti amo” a “Però te la sei cercata tu”, da “Se lo dici a qualcuno mi uccido”, a “Non ti farà male se ti rilassi”. Ogni frase è un pugno nello stomaco per chi legge, ma agisce probabilmente con una funzione catartica e liberatoria in chi decide di pubblicarla. L’indicibile, il segreto che spesso si ha difficoltà a rivelare anche ai famigliari, alle persone care o alla polizia, viene reso pubblico in un sito, visibile da tutti.

Grace afferma che quelle che fino a qualche mese fa anche per lei erano vittime, ora le appaiono sempre più come dei sopravvissuti, e tali li vuole considerare. Abusi ce ne saranno sempre, ma sempre ci saranno anche, per fortuna, i sopravvissuti. Anche grazie al sito Unbreakable, auspica Grace, e noi con lei.

Livia

Fonti: D

badmommymoments.com