La vaccinazione Covid in gravidanza può essere fatta?

È rischiosa? In quale trimestre può essere effettuata?

In questi giorni nel Paese sono cominciate le prime vaccinazioni e abbiamo scelto di condividere con voi le informazioni contenute nel Position Paper.

Si tratta di un documento in cui le associazioni mediche più importanti nel nostro Paese rispondono alle domande e danno disposizioni su vaccinazione e gravidanza, sulla base delle conoscenze attualmente disponibili.

La premessa infatti è che, come già sottolineato nelle linee guida internazionali e da Aifa, al momento:

“i dati disponibili sui vaccini  sono derivanti solo da studi su modelli animali, e non hanno mostrato effetti dannosi in gravidanza”. 

Inoltre,“non sono disponibili dati di sicurezza ed efficacia nelle donne in gravidanza e allattamento”.

Tuttavia, come si legge nel documento:

Trattandosi comunque di un vaccino con mRNA (il riferimento è al vaccino Pfizer-BioNTech, l’unico attualmente autorizzato in Italia, ndr.), cioè  non  di un vaccino a virus vivo, ed in cui le particelle di mRNA vengono rapidamente degradate, si ritiene che possano essere considerati sufficientemente sicuri nelle donne in gravidanza”.

Vaccinazioni covid

Vaccinazione Covid e gravidanza

Per quanto riguarda l’opportunità o meno della vaccinazione Covid in gravidanza vanno sottolineati ed evidenziati 3 importanti fattori:

1. Le donne in gravidanza hanno un rischio analogo alla popolazione generale di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2.

2. La maggior parte delle donne gravide che ha contratto l’infezione manifesta sintomi lievi e moderati.

Il ricovero in terapia intensiva si è osservato nel 3% dei casi e non è stata registrata al momento alcuna morte materna.

Sono state registrate 4 morti in utero su 538 feti inclusi e nessuna morte neonatale (Dati ISS).

3. I rischi materni sono aumentati in presenza di altre condizioni, come l’età materna uguale o superiore a 35 anni, il tipo di attività lavorativa,  co-morbilità come asma, obesità, diabete, ipertensione e l’appartenenza a etnia nera o altre minoranze etniche.

Le 7 indicazioni sulle vaccinazioni in gravidanza

Sulla base di questi presupposti il Position Paper evidenzia 7 indicazioni su come procedere rivolte sia alle donne in gravidanza che agli operatori del settore:

1. Tutte le future mamme possono sottoporsi al vaccino?

La vaccinazione è una scelta personale e la donna deve in tutti i casi essere informata in maniera esaustiva dal sanitario di fiducia su vari punti:

il livello di circolazione del virus nella comunità,

– i potenziali rischi del vaccino,

– i rischi connessi all’infezione da COVID19 in gravidanza, sia per la salute materna che fetale,

– i vaccini attualmente approvati dalla FDA non sono stati testati sulle donne gravide, e pertanto non vi sono dati relativi alla loro sicurezza in gravidanza.

– il dato anamnestico di: età materna uguale o superiore a 35 anni, precedenti comorbilità come asma, obesità, diabete, ipertensione e l’appartenenza a etnia nera o altre minoranze etniche, rappresenta un rischio aggiuntivo di sviluppare una grave morbosità materna con possibili ripercussioni anche sugli esiti feto/neonatali.

– l’occupazione professionale come operatrice sanitaria o caregiver in contesti in cui l’esposizione al virus è alta rappresenta un ulteriore elemento di rischio aggiuntivo da considerare nel decidere se vaccinarsi o meno in gravidanza e allattamento.

2. In quale trimestre può essere fatto il vaccino?

Le donne gravide che non hanno una storia recente di infezione da COVID 19 e che hanno specifici fattori di rischio aggiuntivi, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino COVID 19, che è eseguibile in qualsiasi epoca di gravidanza.

3. Ci sono controindicazioni con le altre vaccinazioni?

Non vi sono controindicazioni all’esecuzione delle altre vaccinazioni (antinfluenzale ed antipertosse) raccomandate in gravidanza.

A scopo prudenziale, in assenza di evidenze, si raccomanda di mantenere un intervallo di almeno 14 giorni tra i vaccini.

Nello specifico:

in prossimità del picco epidemico influenzale, a prescindere dall’epoca di gravidanza, possono ricevere anche il vaccino anti-influenzale.

– in prossimità della 28° settimana, epoca in cui è raccomandato il vaccino anti-pertosse, possono ricevere anche tale vaccino.

4. Il vaccino interferisce con l’allattamento?

Le donne che allattano e non riportano una storia recente di infezione da COVID 19, possono considerare favorevolmente di ricevere il vaccino.

5. Se una donna incinta ha avuto il Covid può vaccinarsi?

Le donne gravide che hanno riportato una storia recente di infezione da COVID19, possono comunque considerare di scegliere di essere  vaccinate; dato che le evidenze indicano che una reinfezione è altamente improbabile nei 90 giorni successivi all’inizio dell’infezione, si suggerisce di differire la vaccinazione fino alla fine di questo periodo.

6. Il vaccino influenza la possibilità di rimanere incinta?

Il desiderio riproduttivo non deve interferire nella scelta della donna a sottoporsi a vaccinazione.

7. Che cosa deve fare chi non intende vaccinarsi?

Alle donne che decidono di non vaccinarsi è fondamentale ricordare l’importanza delle altre misure preventive quali l’utilizzo dei DPI, il distanziamento fisico ed il lavaggio frequente delle mani.

Le associazioni 

Il Position Paper è stato elaborato e condiviso dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), l’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), l’Associazione ginecologi universitari italiani (Agui), l’Associazione ginecologi territoriali (Agite), dalla Società italiana di neonatologia (Sin), dalla Società italiana di pediatria (Sip), dalla Società italiana di medicina perinatale (Simp), dalla Società italiana embriologia riproduzione e ricerca (Sierr) e dalla Federazione nazionale degli Ordini della professione di ostetrica (Fnopo). 

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