Parliamo di infertilità, o sterilità, primaria quando ci riferiamo a persone o coppie che non sono mai state in grado di concepire. In questo caso, ci possono essere alla base problematiche serie, relative ad esempio alla scarsezza o assenza di spermatozoi nell’eiaculato maschile, o loro significative anomalie, oppure, nella donna, a malformazioni anatomiche dell’utero, chiusura di entrambe le tube, significativi problemi ormonali che ostacolano l’ovulazione o che influiscono con la maturazione delle mucose uterine, impedendo di fatto l’impianto.

Spesso questi disturbi possono essere affrontati solo con le terapie mediche, che oggigiorno sono arrivate ad un avanzamento tecnico tale da permettere una prospettiva di maternità o paternità anche a soggetti che solo alcuni anni fa erano considerati “senza speranza”.
Esiste anche la cosiddetta infertilità secondaria, cui ci riferiamo quando parliamo di persone, o coppie, che trovano difficoltà a concepire un figlio, ma in passato hanno concepito naturalmente e/o hanno anche portato a termine una gravidanza. Le difficoltà in questo caso potrebbero essere legate al tempo passato tra una gravidanza e l’altra, e quindi al mero invecchiamento del sistema riproduttivo in generale e dei gameti in particolare, oppure a traumi, malattie, esposizione a tossici o ad uno stile di vita scorretto, che ha nel frattempo determinato danni ai genitali.
Una corretta anamnesi da parte dello specialista dovrebbe individuare la causa dei problemi insorti, e quindi indirizzare la coppia verso la terapia adeguata. Sia nel caso dell’infertilità primaria che secondaria, la tempestività della terapia è un elemento fondamentale che concorre al successo della fecondazione.

Video in collaborazione con Openminds (www.open-minds.it)