Nel precedente articolo abbiamo trattato dei vissuti che caratterizzano l’inizio della gravidanza. Passato il primo trimestre, elaborato il tema dell’accettazione della gestazione, la donna comincia a percepire i primi movimenti fetali.

E’ un passo importante: la gravidanza diventa evidente anche agli altri, e i cambiamenti sono molto rapidi.
La pancia cresce, i malesseri del primo trimestre cominciano a regredire, anche per effetto di una certa elaborazione interna.
Il bambino comincia a diventare protagonista di tutti i pensieri e gli argomenti di conversazione con il partner. Le aspettative sono altissime, ma lo sono anche le paure.
Il piccolo che fino a quel momento non si percepiva, se non come idea interiorizzata di qualcosa che fa parte di sé, adesso comincia a compiere dei movimenti autonomi.
L’importanza di questo momento tocca il tema cui accennavamo nel precedente articolo, e che riguarda la polarità trattenere-lasciare andare.
Nella prima, la donna sperimenta la sua capacità di contenimento, in gravidanza principalmente fisico, e successivamente anche emotivo.
Nella seconda si pone in nuce il tema dell’autonomia, del distacco, molto importante alla fine della gravidanza e fondamentale per il resto della vita della madre e del suo bambino.
E’ il segno della differenziazione che permette al bambino di emergere come individuo autonomo, e che comincia proprio da questi primi movimenti intrauterini.
La madre comincia a percepire gioia e timore: questo bambino dipende da lei ma non le appartiene. E’ questo che prepara all’incontro col figlio, che avverrà al termine della gravidanza.
In questo periodo i vissuti della donna hanno un doppio colore: da un lato il bambino immaginato è bellissimo e perfetto, dall’altro le ansie della mamma lo connotano di caratteristiche negative, che sono frutto dei propri timori e dell’imprevedibilità dell’esperienza ancora in divenire.
A questi temi si collega l’ultima fase del parto, quella espulsiva. La capacità di percepirsi capace di mettere al mondo si sviluppa proprio in questi mesi, e si associa alla percezione di sé e della propria efficacia. Proprio nella fase espulsiva, infatti, la donna dovrà collaborare attivamente alla nascita del figlio, superando i timori sull’incolumità del figlio durante il parto.
Va da sé che un Ambiente che sia di sostegno, e contenitivo rispetto alle normali paure della donna, si rivela più adeguato relativamente al buon esito della gravidanza e a ciò che la donna dovrà affrontare durante e dopo il parto.
Un’altra trasformazione importante, e che continuerà nel trimestre successivo, riguarda la forma fisica: la pancia che cresce modifica il proprio rapporto con l’ambiente e la percezione di sé. In questo senso, “la pancia” ed il modo di “viverla” rappresentano la manifestazione esterna di un processo quasi invisibile che avviene dentro di sé.
dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta
foto: huggiesclub.it