La domanda che dovremmo porci non è se lodare i nostri figli oppure no, ma come lodarli.

Mi capita spesso di sentire genitori o insegnanti lodare i propri ragazzi con molta enfasi .
Da spettatore, ci sono situazioni in cui approvo quel riconoscimento verbale, altre volte è come se sentissi qualcosa che non mi convince. A pelle.

Cambiano i tempi, cambia la famiglia, il sistema di istruzione e anche i modelli culturali. Se alcuni decenni fa il rigore e la critica erano considerate buone prassi educative, oggi capita di cadere nell’eccesso opposto.

Le prime ricerche a provare che la lode è un modo di migliorare la motivazione e l’autostima risalgono agli anni 60 ed erano in controtendenza con la scarsa considerazione che allora si aveva per l’approvazione. Da allora si è variamente dimostrato come il rendimento scolastico, professionale e il successo nella vita sono correlati ad esperienze di gratificazione e fiducia in se stessi.

In alcune culture, tuttavia, la lode è molto rara eppure la motivazione è alta, e negli ultimi anni anche in occidente è stato dimostrato che bambini “troppo” amati, lodati, attenzionati, hanno prestazioni inferiori rispetto a chi viene spronato a fare meglio.

Cosa fa la differenza?

Non tutte le lodi sono uguali.

Bambini molto lodati potrebbero rapidamente perdere l’interesse o temere un futuro fallimento che non farebbe loro ricevere la lode nuovamente.

  • La sincerità della lode

    La sincerità della lode è molto importante: spesso il bambino mostra cosa ha fatto o cosa sa fare perché cerca un contatto con l’adulto. I bambini fiutano a distanza quando non pensiamo quello che stiamo dicendo. Per questa ragione, lodarlo può diventare un’abitudine: un modo automatico di rispondere anche quando non stiamo partecipando all’attività con la nostra attenzione.

  • Una lode “esagerata” per un compito semplice

    Una “lode esagerata” per un compito semplice che il bambino ci mostra potrebbe fargli credere che non abbiamo grande fiducia nelle sue capacità.

  • Lode al “processo” non alla persona

    Infine, la lode dovrebbe riguardare il processo e non la persona: ciò significa che va bene sottolineare l’impegno, lo sforzo, la cura, e non l’intelligenza, la bravura o le attitudini del bambino.

La lode è utile se espressa nel modo corretto

In base a queste riflessioni, diamo per scontato che la scelta non è tra la lode e la critica (quest’ultima ha un senso solo se costruttiva). La lode, dunque, ha una sua utilità solo se viene espressa nel modo corretto, ovvero:

  • Deve descrivere il comportamento e non giudicarlo (“hai scelto dei colori molto belli!”
  • Non deve escludere la possibilità di sbagliare e riprovare (“ho visto quanto impegno ci hai messo!”)
  • Non deve essere enfatica in attività troppo semplici.

I bambini possono diventare dipendenti dalla lode quando cercano l’attenzione di un adulto, e peggio ancora, possono diventare molto competitivi quando il premio alla loro attività è la lode stessa e non la soddisfazione personale o l’apprendimento.