Il ciuccio è un oggetto che è diventato il simbolo della prima infanzia: la nostra mente lo associa facilmente ad un nuovo nato. Disegni, illustrazioni, oggetti da regalo ne sono pieni. Parliamo del momento in cui sceglierlo, e di qual’è la sua funzione.

Attraverso la bocca i neonati iniziano ad esplorare l’ambiente circostante: i sensi sono un eccellente modo di “entrare in contatto”.
La bocca è il primo strumento di contatto col mondo, ed è per questo che il ciuccio richiama questa primordiale esperienza di benessere.

Molti genitori si chiedono se questo oggetto è indispensabile per un bambino, quanto può essere d’aiuto, se è preferibile allontanarlo.

Partiamo dal presupposto che il ciuccio non esiste in natura, ma è stato inventato in base all’osservazione che i piccoli, anche nel regno animale, tendono spontaneamente a ciucciare oggetti per calmarsi o trarne benessere, soprattutto in assenza della mamma.

Tendenzialmente, questo è il suo scopo: la suzione, come rilevato attraverso le ecografie, è un riflesso presente sin dalla vita intrauterina.

Ci sono bambini che sembrano preferire il ciucciotto, altri che lo rifiutano: in questi casi, anche se il ciuccio è un alleato importante nei momenti di difficoltà, è preferibile non insistere.

Perché no?
Perché sin dai primi giorni di vita è importante rispettare le scelte del bambino: avere fiducia nel fatto che il bambino si auto-regola, ed è capace di indicarci quali sono le sue reali necessità.

Pensare di utilizzare il ciuccio significa farlo con un criterio ed in base ad alcune osservazioni fondamentali.
Questo vale in base a questo argomento ma è generalizzabile su molti temi che riguardano la crescita del bambino.

Vedremo nel prossimo articolo come poter “pensare”, per un neonato, alla scelta del ciuccio o alla sua esclusione.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: nanna.www.blogmamma.it/