Non è certo che crescere come figlio preferito sia un privilegio: questo perché il favorito si sentirà sempre in dovere di rispondere alle aspettative dei genitori, magari eccessive, ed è facile che i fratelli lo prendano di mira perché invidiosi.

Sottlinea inoltre la psicoterapeuta Anna Zanardi, autrice del libro Cocchi di mamma, cocche di papà. Riconoscere il proprio ruolo e vivere in armonia, che la sindrome del figlio prediletto può causare da adulto problemi di coppia o di lavoro, ci si può sentire inutili o diventare arroganti senza gli apprezzamenti dei genitori. Ma c’è una soluzione, che è quella di

esserne consapevoli. Quando ci si rende conto della fatica che si fa a essere primi, ci si rilassa e si vive più serenamente.

Parola di cocca di mamma e di papà, per me è proprio tutto vero, anche il discorso dell’invidia dei fratelli. Solo che io ci ho impiegato 40 anni circa per diventarne consapevole e per rilassarmi un poco.

Il figlio “sfavorito”, per contro, rischia di sviluppare la LFS, sindrome da less favoured status, con ansia, disistima e depressione. Ma, abituato a lottare per imporsi, se la caverà meglio nella vita reale.

L’ideale sarebbe, quindi, che un genitore si ponesse con equidistanza di fronte ai figli: difficile, forse impossibile, ma a parole tutti cercano di farlo. Anche se in realtà i rapporti cambiano nel corso del tempo, e anche se un genitore si pone diversamente di fronte ai figli in relazione alla loro differenza di carattere e di comportamento.

E voi come figli vi siete mai sentiti favoriti o sfavoriti? E come genitori riuscite ad essere equilibrati ed imparziali?

Livia

Fonti:

Io Donna

labibbiasecondome.blogspot.it