Uno dei temi più comuni nelle consulenze che faccio ai genitori è quello della rabbia dei propri figli. Non sempre è un tema manifesto, spesso si camuffa dietro a questioni relative alle regole, alla buona educazione, al comportamento “iperattivo”.

La rabbia è un’emozione che appartiene a tutti, ma quando la vediamo sui nostri figli difficilmente reagiamo bene.

Da dove viene la rabbia?

La rabbia appartiene a un ciclo emotivo. Il compagno con cui va a braccetto è la paura. I bambini hanno paura di molte cose perché non hanno esperienza del mondo e perché non hanno gli strumenti per comprendere molte cose che accadono fuori e dentro di loro.

Come si gestisce la rabbia?

La difficoltà d gestire a rabbia non riguarda soltanto i bambini, ma anche molti adulti!
Il bambino arrabbiato ha bisogno di un contenimento, di un limite ad una sensazione molto forte che teme possa sopraffarlo.

Questo contenimento è dato dal contatto fisico, l’abbraccio della mamma o chi per lei, che lo rassicura sulla solidità del loro legame.

La possibilità di fare una scenata senza perdere l’amore dei propri genitori è indice di un legame molto solido e di una intimità profonda: spesso i genitori non comprendono che un bambino che si esprime liberamente è un bambino sicuro.

Gestire la rabbia dei bambini: cosa fare e cosa non fare

Permessi e divieti devono essere adeguati e flessibili.
E’ necessario che siano proporzionati al numero di informazioni che il bambino ha sul mondo in cui vive (ecco cosa si intende con “proporzionati all’età”).

Quando il bambino non ha il permesso di esprimersi nasconde alcune parti della sua personalità: se la rabbia mi fa perdere l’amore della mamma, allora è una cosa sbagliata; io sono sbagliato.

Ma se un bambino “taglia” il contatto con alcune emozioni negate (che fanno parte dell’esperienza di tutti al pari di quelle positive) non smetterà di provarle, ma solo di esprimerle. Nello stesso tempo, diventerà “anestetizzato” in una delle sue parti, non sarà più “intero”, e in questo modo perderà una parte di rapporto col mondo.

Potrebbe atrofizzarsi la sua capacità di essere assertivo, coraggioso, o di rivendicare i propri diritti. Un giorno sarà un adulto e un genitore con una capacità di chiedere inesistente.

Quindi, come comportarsi di fronte alla rabbia di un bambino? Sicuramente… non arrabbiarsi!

Il modo migliore è fermarsi (un “time out” per se stessi) e osservare, facendo un respiro profondo.
Il passo successivo è abbracciare il bambino arrabbiato, o comunque compiere un gesto che gli faccia arrivare il messaggio “è tutto ok, io ti voglio bene”.

Il bambino ha bisogno di imparare che le emozioni hanno un ciclo che cresce, raggiunge un apice e poi scompare. Solo così non avranno paura di esserne sopraffatti.