I genitori alla ricerca della consapevolezza si interrogano spesso sulla loro efficacia. “Sto facendo bene, sto sbagliando?” Dedicheremo due articoli alla riflessione su quello che può definirsi “nutrimento adeguato“.

Esistono, di certo, dei bisogni psicologici che sono essenziali e che soddisfano una crescita sana, ma che non sempre -storicamente- sono stati riconosciuti. Ciascun individuo ha bisogno di essere accettato per quel che è, e questo è tanto più vero quanto più piccolo è il bambino.

Con questi temi, affrontati lungamente da molti esperti di psicologia dello sviluppo, vi propongo alcune riflessioni che rappresentano un’opportunità di apprendere come, anche con le più benevole intenzioni, a volte è possibile “mancare il bersaglio” e far sentire un bambino molto vulnerabile.

Tempo e attenzione.
Per i nostri figli è molto importante percepire che sono una nostra priorità. Genitori adeguati si mostrano affidabili, disponibili, e capaci di far sentire il bambino al sicuro sia dal punto di vista fisico che psicologico. La qualità del tempo trascorso insieme, il tempo dedicato al gioco, alla lettura delle fiabe, ad attività esclusivamente “per bambini”, è di fondamentale importanza nelle relazioni familiari.

Empatia e comprensione.
Gli adulti che sono in grado di dare riconoscimento ai pensieri dei loro figli, ai loro sentimenti, permettono al bambino di sentirsi compreso. Riconoscimento è la capacità che i genitori hanno di sostenere la realtà dei sentimenti dei loro figli (anche se non sono necessariamente d’accordo con loro), dei loro pensieri, dei loro punti di vista. Ciò corrisponde a trattare il bambino come Persona significativa, che merita rispetto e comprensione.

La prospettiva del bambino, anche se si è in disaccordo, rimane comunque considerata dall’adulto come dotata di senso logico, guardandola dal punto di vista del bambino.

Fiducia.
I genitori possono aiutare i bambini a sentirsi capaci e competenti se mostrano una fiducia costante nelle loro abilità, nella capacità di imparare, di eseguire attività, di portare a termine progetti. In generale, se sono genitori capaci di fidarsi del loro bambino riconoscendogli un senso di responsabilità proporzionato alla sua età.

Incoraggiamento.
Motivare un bambino è qualcosa che si fa in modo coerente attraverso il comportamento sia verbale che non verbale. Come farebbe un coach, i genitori “stimolanti” approvano, favoriscono e sostengono la volontà del bambino di affrontare cose nuove, pur facendo tutto il possibile per alleviare le ansie o le incertezze che sono alla base della naturale paura di non essere abbastanza intelligente, capace, o competente.

Rispetto.
Il bambino ha bisogno che tutti i suoi pensieri, sentimenti, bisogni e desideri, siano presi sul serio: nella nostra cultura non è ancora scontato che i bambini siano rispettati, o che non siano presi in giro, perché spesso si pensa che siano immaturi, egoisti, o “minori” rispetto ad un adulto. La frase rappresentativa è “tanto sono bambini”.

Vedremo nel prossimo articolo altri temi a riguardo.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: Marcella Agnone ©