L’incontro plenario della seconda tappa di Navigare Sicuri è terminato. Ora è il tempo delle considerazioni. Sono mamma di una ragazza di tredici e un ragazzo di undici anni, due nativi digitali che non disdegnano (soprattutto la grande) di navigare  in Internet e l’argomento mi interessava parecchio. Dipendenza da internet. Se guardo i miei figli dico che per ora questo rischio non lo corrono: un solo pc in casa, utilizzato per la maggior parte del tempo dalla sottoscritta e nessun cellulare con abbonamento internet. Il tempo per connettersi è relativamente poco. E’ bene però non sottovalutare troppo il problema, e quindi ho seguito con interesse la diretta streaming dell’incontro che si è tenuto a Trieste su questo argomento.

Mi hanno colpita la parole di David Martinelli e di Cecilia Spanu.

Martinelli, medico chirurgo presso l’Istituto di Psichiatria del Policlinico Gemelli di Roma, e responsabile dell’ambulatorio per la dipendenza da internet, ha messo in guardia i ragazzi dal rischio di sostituire internet con la vita vera, le emozioni vere.

Cominciate a preoccuparvi quando il computer vi fa fare non qualcosa in più ma qualcosa in meno.” Cosa significa ciò per un ragazzino? che se si preferisce incontrare persone su internet che non nella vita reale, se non piacciono più attività che prima erano amate perchè si preferisce stare in rete, allora bisogna allarmarsi.

Internet è un mezzo, non uno scopo. Internet deve aiutarci a vivere la vita. Non deve essere il contrario.

Queste affermazioni di Martinelli sono state supportate anche dalla testimonianza di una mamma come Cecilia Spanu, una delle fondatrici di Fattoremamma. Partendo dalla propria esperienza, Cecilia ha affermato che internet è bello solo quando permette di vivere intensamente il reale, non quando sostituisce la vita vera con quella virtuale.

Ruolo fondamentale per capire come utilizzare al meglio questo mezzo, senza incorrere in eccessi o storture, lo hanno i genitori. Educare i propri figli significa anche aiutarli a crescere affiancandoli. I genitori devono essere una presenza autorevole e amorevole.

Cosa ne penso io? Che è vero. Da mamma non posso non tenere conto che internet  sia parte della vita dei nostri figli a volte più della nostra. Penso però che oltre a stabilire delle regole (io, ad esempio, non permetto che abbiano internet sul cellulare) li si debba aiutare a capire quando il web è utile e quando invece presenta dei rischi.  Aiutarli a giudicare e nello stesso tempo, secondo me, essere propositivi. Spronarli ad andare a fondo delle loro passioni, stimolarli ad incontrare gli amici oltre che su Facebook anche per una partita di calcio, ad esempio.

Che internet sia un mezzo per vivere intensamente la realtà, la propria vita, i rapporti di amicizia, il gusto di conoscere e non l’unica ragione valida per spendere il proprio tempo deve essere vero sia per i nostri figli che per noi. Io la penso così, e voi?