Per un neonato o per un bambino molto piccolo la vicinanza con i propri genitori è più che un desiderio: è un bisogno. Ancora troppo immaturi, da ogni punto di vista, necessitano di un contatto fisico rassicurante e contenitivo, soprattutto nel momento della nanna.Avere il proprio piccolo vicino, soprattutto nei primi mesi di vita, è molto comodo se si pensa a quante necessità egli ha sia di mangiare che di essere cambiato o cullato, anche durante la notte.

Ci sono situazioni in cui i genitori si costringono a fatiche in più in nome di alcune regole o princìpi che sono anticipati rispetto all’età del bambino. E’ pure vero però che abituare il piccolo ad alcune prassi può essere utile sin dall’inizio.

La pediatria si divide rispetto ad alcune regole di comportamento: alcuni sostegno che far dormire il piccolo nel lettone sia pericoloso, altri invece sono sostenitori del co-sleeeping. Ci sono vantaggi e svantaggi in ognuno dei casi.

Avere il piccolo accanto a sé è comodo, se deve essere allattato, o per accorgersi di ogni piccola necessità senza doversi alzare nel cuore della notte.
Averlo accanto in una culla, del resto, lo abitua ad una certa autonomia, tenendo presente l’importanza di ricevere una consolazione o un contatto fisico quando gli è necessario.

Prendere l’abitudine di dormire con mamma e papà, d’altro canto, ha delle ripercussioni sia sulla vita di coppia che sulla costruzione dell’autonomia del bambino.

Possono essere fatte tante scelte rispetto a dove far dormire il bambino, e ogni famiglia ha le sue motivazioni per farne una piuttosto che un’altra.
Ritengo tuttavia che piuttosto che il dove (la culla, il lettone, un’altra stanza, etc.), sia molto più importante il come, ovvero il comportamento che si stabilisce tra genitori e bambino al momento dell’addormentamento.

Come già detto altrove, dormire da soli è una cosa che si impara, ed è compito di ogni genitore saper trovare l’equilibrio tra il conforto, il contenimento, e il coraggio all’autonomia.

Il momento di andare a nanna è un rituale molto importante che si stabilisce sin dai primi giorni di vita: anche quando crediamo che il piccolo non ne abbia consapevolezza, è importante mostrare che ci sono dei gesti che sottolineano il passaggio dal giorno alla notte.

Molti bambini, anche se non tutti i genitori lo sanno, si svegliano frequentemente nel cuore della notte, ed è una cosa normale e fisiologica (sia per le necessità che sopraggiungono che per la tipologia del sonno nei primi anni di vita), ma questo non è un segno di disagio al quale rispondere come tale.

dott.ssa Marcella Agnone  Psicologa Psicoterapeuta

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