La gravidanza rappresenta un momento di passaggio, breve ma intenso, in cui molte novità affiorano tra i due partner. Questi cambiamenti sono il preludio a qualcosa che riguarderà la coppia anche negli anni a venire, nella crescita del figlio. Consapevolezza di limiti e risorse, propri e del parter, buona flessibilità e capacità di interscambio, sono gli ingredienti fondamentali per il nuovo quilibrio familiare.

Essere consapevoli di limiti e risorse, propri e del partner, è un passo importante per uno sviluppo sano e per un clima familiare sereno. Il confine tra gli uni e gli altri, in una relazione genitoriale, è infatti un punto saliente che permette uno scambio dinamico ed un ritmo vitale sia per l’educazione del figlio che per la vita familiare e la relazione tra i genitori.
E’ vero infatti che ciascuno di noi ha pregi e difetti, ma questi si esprimono all’interno ed in rapporto ad una relazione, quella con il partner: ciò significa che il mio modo di essere (genitore) è influenzato dal modo di essere del mio compagno, e che ciascuno di noi si esprime in modo integrato e complementare all’altro.

Entrambi questi aspetti, sia pregi che difetti, servono al figlio: vi stupirà pensarlo, ma l’umanità e la fallibilità del genitore sono due lezioni importanti ad uno sviluppo sano del senso di sé e del mondo.
Tranne rari casi, i genitori sono sempre in due: questo crea la possibilità di compensare e giocare un lavoro di squadra che permetta di sostenere l’altro genitore nei suoi (preziosi) limiti, senza presunzione, per il bene del figlio.

Questo senso di cooperazione è molto importante sin dalle prime fasi della gravidanza, quando cresce nella coppia il senso di fare qualcosa insieme, creare qualcosa di proprio.
Questo crea (così dovrebbe) una nuova appartenenza, alla nuova famiglia che si sta formando. E’ comune infatti che il sentimento più comune nelle famiglie con bambini piccoli è il movimento emotivo che si sposta da altri interessi ai figli.

E’ l’osservazione banale che molti amici fanno, quando una coppia ha il suo primo figlio, quando dichiarano che i neo genitori “non si vedono più in giro” o “non pensano ad altro” o “non sono più disponibili”.
Al di là dell’importanza che un atteggiamento flessibile può avere, sia nel curare le relazioni extra-familiari che quelle intra-familiari, vogliamo qui sottolineare la specificità che ha questa fase, e la naturale importanza che può avere un atteggiamento introflessivo (ovvero concentrato sui nuovi compiti del ciclo di vita, quale la genitorialità) in questa prima fase della nuova vita.

Se il clima familiare è sereno, le relazioni sono sane, questo atteggiamento tende a regredire spontaneamente, e il naturale equilibrio relazionale (intra-extra familiare) tende a ripristinarsi senza alcun intervento: i bimbi crescono, i ritmi cambiano, le “urgenze” dei bimbi piccoli diminuiscono.

La vita, terapeuticamente, tende a ripristinare spontaneamente i suoi ritmi.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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