Mamme caffeinomani, tranquille: il caffè non è vietato in gravidanza. Bisogna solo fare attenzione a moderare le dosi. Al contrario di quanto avviene per l’alcool, gli ipotetici “danni” del caffè al nascituro sono dose-dipendenti, cioè tanto più importanti quanto più caffè si beve.A spiegarlo è Giorgio Donegani, nutrizionista e direttore scientifico dell’associazione Food & School:

La tossicità di qualsiasi sostanza è relativa al peso del fisico che la riceve, infatti viene infatti espressa sempre per chilo di peso corporeo. Nel caso del feto, la tolleranza è circa trenta volte inferiore a quella della mamma (calcolando una media di due chili per il feto e sessanta di mamma). Ecco perché si vietano molte cose in gravidanza e nei bambini sotto i tre anni. La caffeina non ha gli effetti negativi che si credeva qualche anno fa, né sulla mamma né, di conseguenza, sul feto”.

Buone notizie, ma in pratica, quante tazzine al giorno sono concesse? Secondo Donegani la dose compatibile con la salute della mamma è di 180 milligrammi al giorno, pari più o meno a tre espressi, un margine considerato di sicurezza anche per il bambino e una limitazione accettabile, anche se le forti bevitrici storceranno il naso.

In realtà, il fisico della donna incinta ci pensa da solo a limitare la voglia di caffè. “L’effetto di eccitazione dato da una tazzina di caffè” – spiega Donegani – “dura in media 20 minuti. Ma mentre per chi è abituato a bere molto caffè, la “caduta” dell’effetto eccitante si ha in tempi più rapidi, chi lo tollera poco ha tempi di “ripresa” molto più lunghi e quindi ne beve di meno. Fortunatamente un caffè basta quasi per 24 ore a una donna con il pancione, per una sorta di sensibilizzazione alla caffeina che ne prolunga gli effetti, portando a una naturale moderazione”.

Una curiosità: contrariamente a quanto si crede, il caffè fatto con la moka e quello americano, sebbene più “annacquati” sono più ricchi di caffeina di un espresso. Il brevissimo tempo di estrazione della macchina da caffè professionale “cattura” molto le sostanze aromatiche, che sono le più leggere, ma meno caffeina e anche meno grassi. Ecco perché il caffè del bar è anche più digeribile. Quindi il limite di sicurezza di tre tazzine scende a due se si parla di caffè di casa o, peggio, di caffè americano.

Attenzione anche al tè, che a torto si ritiene meno problematico del caffè durante i nove mesi: “Il  tè, paradossalmente, è meno indicato” – spiega Donegani – “non solo per la presenza di caffeina, ma anche per il suo contenuto di tannini, sostanze benefiche che però sono in grado di ridurre l’assorbimento intestinale di alcuni elementi come il ferro e il calcio, molto importanti in gravidanza”.

Stefania Cecchetti
giornalista e scrittrice

Foto: topnews.in