Nessuno avrebbe voluto ancora sentir parlare di guerra e nessuno se la sarebbe immaginata oggi, così vicina, così concreta. E quando sembrava che un incubo (il COVID) si stesse facendo meno spaventoso, ecco che un altro mostro, il peggiore di tutti, torna a bussare alle nostre porte.

Guerra e bambini sono due concetti che non dovrebbero mai coesistere; eppure, nel 2022, sono ancora tanti, troppi, i bambini esposti a conflitti bellici, direttamente e non.

La nostra psicologa e psicoterapeuta Cristiana ci fornisce delle dritte per spiegare ai più piccoli cosa sta succedendo in Ucraina negli ultimi giorni.

Come parlare della guerra con i bambini più piccoli

Per affrontare questo argomento con i bambini in modo efficace, senza tuttavia generare allarme, farei riflessioni diverse a seconda dell’età. Con i bambini più piccoli suggerirei:

1) Mostrarsi disponibili e sinceri

Eviterei di prendere appositamente il discorso, ma, se mostrano curiosità e pongono domande, è importante mostrare disponibilità e apertura. No a risposte tipo “sei troppo piccolo per capire queste cose”, “te lo spiego quando sarai grande”.
Fin dalla più tenera età, meritano disponibilità, chiarezza e sincerità.

2) Aiutarli a capire tramite un riferimento noto

I bambini più piccoli hanno difficoltà nel padroneggiare concetti astratti, di cui non fanno esperienza concreta, diretta; vanno dunque aiutati a immaginare un riferimento noto, che conoscono: potreste spiegare che quello che per loro a volte è un gioco (la lotta fisica, gli spari di pistola ecc) in alcune parti del mondo avviene davvero, provocando sofferenza reale.
Potreste aggiungere che i capi del mondo stanno facendo di tutto per “far fare la pace” alle persone che stanno litigando, proprio come fanno i genitori con i figli.

3) Rassicurare i bambini

I piccoli vanno rassicurati con calore sul fatto che sono al sicuro nel luogo in cui vivono, che è assolutamente pacifico.
Questa riflessione sarà occasione per ribadire che non bisogna mai agire violenza contro nessun essere vivente (piante, animali, persone) e che anche nel gioco, all’asilo, al parco va praticata la gentilezza anziché la guerra.

4) Monitorare l’esposizione alle notizie

Va monitorata l’esposizione ai notiziari con dirette o servizi particolarmente forti e va del tutto evitato che i bambini restino soli a guardare immagini, senza le nostre spiegazioni e le nostre rassicurazioni.

Come parlare della guerra con i bambini più grandi

Con i bambini più grandi, ancor di più vige la regola della sincerità.

1) Spiegare con sincerità

A loro potreste spiegare che nel mondo esistono tante persone buone ma anche persone mosse da interessi estremamente egoistici, pronte a portare sofferenza agli altri pur di soddisfarli.

2) Riflettere sulla violenza nella quotidianità

Il segreto di questa discussione sarà mostrare al bambino la grande opportunità che si cela in ognuno di noi, indipendentemente dall’età: fare la differenza fin dalle più piccole azioni. Spieghiamogli che i potenti della terra, così come le vittime e i carnefici sono uomini e donne come noi e che qualsiasi situazione ha origine dal nostro modo di agire e reagire, dal nostro modo di pensare e parlare.
E’ nella quotidianità che possiamo avviare una rivoluzione pacifica in cui ognuno di noi, anche il più piccino, può fare una grandissima differenza. Quando un compagno di classe viene offeso, per esempio, c’è qualcuno che vuole porsi in una posizione di dominio e qualcuno che soffre. Sta a noi scegliere da che parte stare e che ruolo giocare in quella dinamica.
Ecco dunque che, seppure la spiegazione che viene data al bambino è realistica, gli viene offerta una opportunità che è positiva e carica di speranza e che lo pone come attivo protagonista anziché spettatore passivo (ruolo che oltretutto potrebbe procurargli angoscia e paura).

3) Evitare videogiochi dai contenuti violenti

Andrebbero evitati giochi e videogiochi dai contenuti violenti, così simili alle riprese dei telegiornali che tanto vorremmo evitare ai nostri figli.

4) Libri per comprendere il concetto di guerra

I librai e i bibliotecari in città potranno aiutarci a scegliere un libro che accompagni il bambino a comprendere il concetto della guerra e sviluppare un pensiero critico.

Concludo facendo mie queste parole di Maria Montessori, che oggi più che mai suonano veritiere ed attuali:

“Tutti parlano di pace ma nessuno educa alla pace. A questo mondo, si educa per la competizione, e la competizione è l’inizio di ogni guerra. Quando si educherà per la cooperazione e per offrirci l’un l’altro solidarietà, quel giorno si starà educando per la pace”