Una denominazione generica delle paure infantili le definisce come “degli stati emotivi caratterizzati da emozioni spiacevoli come ansia o angoscia, provate davanti a pericoli reali o immaginari”.
Alcune paure sono molto frequenti nei bambini, e hanno un esordio molto precoce. La notte, il buio, il rimanere da soli in una stanza, sembrano creare il momento migliore perché le paure di un bambino possano emergere.

La condizione di riposo, inoltre, senza addentrarci in complesse spiegazioni neuro-fisiologiche, consente numerosi processi mentali legati all’elaborazione del pensiero, che si traducono anche in una riattualizzazione di alcune emozioni che serve a riformularle e assimilarle.

In pratica, “ci ripenso” (non è però un pensiero consapevole) e “cerco di comprenderle” (non è una comprensione cognitiva) o di “familiarizzare con le emozioni”.

Questo succede tanto agli adulti quanto ai bambini: il mondo delle emozioni è un terreno aspro e complesso per tutta la nostra vita, anche se da grandi disponiamo di strumenti più efficaci per affrontare “da soli” alcuni aspetti del nostro mondo di relazione.

La prima differenza tra adulti e bambini è questa: crescere significa passare da un bisogno di accudimento fisico ed emotivo all’esercizio complesso della propria autonomia. Autonomia che, peraltro, non è mai definitiva, perché per tutta la nostra vita, in diverse proporzioni, continuiamo ad avere bisogno degli altri. E’ impossibile vivere “da soli”.

Nei prossimi articoli proverò a chiacchierare con voi degli incubi notturni dei bambini, delle paure più comuni, e risponderò alle domande che vorrete inviare rispetto alla vostra esperienza personale.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: latuapsicologia.blogspot.it