Noi mamme 2.0 abbiamo incontrato Internet da adulte. Chi agli albori, chi con il nuovo millenio, abbiamo scoperto l’utilità e la versatilità della rete e ne siamo rimaste affascinate. C’è chi con Internet si è reinventata un mestiere, chi lo considera uno strumento fondamentale per incrementare la propria professionalità, chi lo utilizza perchè rende più semplice la vita e facilita le relazioni sociali. Noi mamme 2.0, però, sappiamo che c’è una vita reale al di fuori della rete. Siamo riuscite a fare a meno per anni del pc, del cellulare, del web. E i nostri figli?

Loro no, sono nati nell’era digitale: hanno il pc, l’i-pod, lo smartphone… Loro, i nativi digitali, possiedono quell’innata dimestichezza con le nuove tecnologie che noi ci scordiamo. Dimestichezza unita a incoscienza, caratteristiche tipicche dell’adolescenza, rendono l’approccio dei giovani a Internet potenzialmente pericoloso.

Noi adulti siamo sospettosi. La vita e l’esperienza, purtroppo, ci hanno creato questa corazza. La maggior parte di noi si rapporta con la rete e i social network, ad esempio, con un minimo di attenzione. Che la rete sia utile quanto pericolosa lo sappiamo bene.

E i ragazzi? Per loro Internet è il parco giochi, la discoteca, la piazza dove trovarsi, il centro commerciale, il bigino scolastico dal quale copiare i compiti. Tutto è concesso e tutto è molto “paese dei Balocchi” di collodiana memoria.

Potrebbero anche avere idea dei pericoli che si celano dietro lo schermo del computer, ma li sottovalutano. Cyberbullismo, sexting, dipendenza da internet, comportamenti illegali sono all’ordine del giorno tra i più giovani, lo abbiamo visto con la campagna Navigare Sicuri dell’anno passato e di quest’anno.

E noi genitori, noi adulti cosa possiamo fare? Non basta, secondo me, dire: spegni il pc che ti rimbambisci  (che è vero!!) o lascia stare quel telefonino. Il nostro è un compito ancora più oneroso: dobbiamo educarli, anche in questo ambito. E ciò significa sicuramente dare delle regole, ma anche e soprattutto essere presenti, controllarli e giudicare con loro, navigare insieme a loro.

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