La riflessione che oggi voglio fare riguarda tanto gli aspetti dello sviluppo e dell’educazione, quanto dei temi che possono essere importanti per la vita di noi adulti.  Certi valori si costruiscono sin dall’infanzia, ma è possibile riflettervi (per “crescere”) anche in età adulta.

Uno dei valori che sarebbe importante trasmettere nell’infanzia e nell’adolescenza e quello di saper apprezzare l’imperfezione.
In un’epoca votata al consumismo pare molto facile scartare tutto ciò che non risponde a criteri estetici omologati, e spesso dettati dall’industria.

La vera sfida consiste, al contrario, nella capacità di imparare ad apprezzare la bellezza delle piccole cose, anche quando sembra che quel che abbiamo davanti sia “diverso” ed “imperfetto”.

Sottende a tutto ciò il concetto di “unicità”.
Come è possibile infatti saper ammirare la bellezza di una crepa in un vaso incrinato, così è possibile imparare ad ammirare le crepe che abbiamo in noi stessi, o nelle persone che amiamo.

La perfezione è un concetto astratto, o quantomeno fugace. La capacità di costruire relazioni stabili, sane e durature sta proprio in questa capacità che più volte sento definire come “compromesso”, e che invece riguarda la possibilità di tollerare (anzi, proprio di amare) le imperfezioni.

La capacità di tollerare i propri limiti (mèta ambita ma anche impegnativa) è frutto di un percorso che dura una vita, e che si radica proprio nell’infanzia e nell’adolescenza. Ovviamente, non rimarrà allo stesso livello in ogni età della nostra esistenza, ma è un pensiero che possiamo coltivare con pazienza, se il suo seme viene piantato nel nostro cuore.

Tollerare le proprie crepe interiori significa donarsi la possibilità di essere più in pace con se stessi, di godere più profondamente della vita, di provare più amore.
Possiamo lamentarci, arrabbiarci, gemere per anni sulle cose senza che nulla mai cambi. Possiamo invece provare a cambiare prospettiva e lasciare che questo ci cambi.

Non occorre nemmeno dichiarare qualcosa riguardo a questa disposizione interiore: è un fenomeno evidente che influisce su tutte le relazioni. Esistono un sacco di modi per farlo: è necessaria un po’ di volontà, tanta consapevolezza, e attenzione.

Ci sono molte persone che pensano di non impegnarsi in una relazione seria finché non avranno finito di lavorare sulla propria crescita personale: sì, lavorare sulla propria persona è una buona cosa, ma la verità è che quando si è capaci di dividere la vita con una persona che si ama incondizionatamente, questa relazione funge da catalizzatore per qualsiasi processo di cambiamento o crescita o guarigione.

Sappiamo tutti che un gran numero di matrimoni finisce. Sappiamo anche che un gran numero di noi soffre di nevrosi, ed i nostri ragazzi non ne sono esclusi pur in giovane età.

Perché succede? Perché ci spingono ad utilizzare un buon concetto, come quello di “ambizione” (di per sé costruttivo) fino al suo estremo, fino a farlo diventare ricerca di “perfezione”. E non esiste una cosa come la perfezione.

Se non impariamo ad amare le crepe in noi stessi, e negli altri, non potremo mai essere felici. Saremo sempre turbati, frustrati, insoddisfatti.

Dicono che la bellezza appaia evidente quando ci si percepisce belli. Esiste una bellezza legata alla capacità di amarsi per quel che si è, che porta alla tolleranza verso l’altro, ed al rispetto della sua unicità.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

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