Ci sono molti e famosi metodi per insegnare ad un bambino a dormire da solo. Spesso mi chiedono cosa penso di alcuni ben noti che si basano sull’abituare il bimbo lasciandolo piangere. Ecco la mia idea.

Sappiamo molto bene che un bimbo che non dorme è un grosso problema per i genitori. Molti bambini faticano a trovare un regolare ciclo sonno-veglia nei primi anni di vita, e genitori stanchi e provati dalla mancanza di sonno sono anche genitori molto stressati.

Oggi non vi parlerò di quali soluzioni adottare, ma di cosa ne penso di una particolare strategia sostenuta da alcuni (pediatri compresi).

Il tema è abbastanza comune anche in rete, oltre che nei discorsi tra mamme, o dal pediatra. Faremmo qualsiasi cosa pur di guadagnare qualche ora di sonno. Ma è davvero il caso di fare qualsiasi cosa?

Tante volte, per ragioni di lavoro, mi sono ritrovata a consultare la bellissima guida di Save The Children sui diritti dell’infanzia. Su questa guida si descrive in maniera molto chiara un concetto che è riassunto in una domanda: che genere di persona voglio che mio figlio diventi quando avrà vent’anni?

Le nostre azioni di oggi, anche se non ci crediamo, avranno una conseguenza sulle persone che i nostri figli saranno domani. I bambini hanno bisogno di noi, anche quando ci mettono davanti a qualcosa di difficile.

E’giusto ignorare il pianto dei bambini?

“Quando i bambini piangono hanno bisogno di piangere”

Vero. Ma questo cosa significa? Siamo autorizzati ad ignorare il pianto?
Vorremmo che un cameriere al tavolo di un ristorante ignorasse che abbiamo molta fame solo perché è normale che chi vada in un locale all’ora di cena ne abbia?

Il pianto è un messaggio: qualcuno sta dicendo a noi che ha bisogno di essere confortato.
La cosa più difficile per un bambino è affrontare la separazione, e quando le nostre azioni dicono “sto chiudendo la porta e questo è tutto” spingiamo il bambino ancora di più nella disperazione. Anche per noi, pur essendo adulti, sarebbe così se fossimo disperati.

Di che cosa hanno bisogno i bambini per dormire?

Per dormire i bambini hanno bisogno di un posto dove rilassarsi, dove tutto va bene, dove sentirsi al sicuro. E non c’è niente di più importante di un genitore per questo tipo di esperienza.

L’esigenza primaria di ogni essere umano di ogni età è quella di essere in contatto.

Se vogliamo rispondere a questa esigenza vitale di ogni bambino dobbiamo creare una continuità con nostro figlio: questo significa che se non vogliamo farlo dormire nel letto con noi, o nella nostra stanza, e lui non può vederci, dovremo trovare altre strategie, ad esempio dovremo fare in modo che lui possa sentirci.

Se non può sentire la nostra voce, forse potremmo provare a fargli sentire il nostro odore. Forse potremmo mettere in culla un nostro indumento.

La risposta scientifica che viene dalla teoria dell’evoluzione è che più l’attaccamento cresce ed è profondamente radicato nella nostra esperienza sin dall’infanzia, più saremo individui autonomi e capaci di essere fisicamente distinti.

Diventiamo indipendenti quando riusciamo ad essere “attaccati”, è per questo che dobbiamo essere genitori pazienti e fare esperienza dell’attaccamento.
Il legame tra gli individui è un legame invisibile, siamo collegati attraverso le nostre identità, un legame da cuore a cuore.

Quando si spegne la luce, la preoccupazione dei bambini è la separazione: questa è la chiave di tutti i problemi di sonno.

Insegnare ai bambini a gestire piccole separazioni

Possiamo abituare un bambino a gestire piccole separazioni se siamo capaci di tornare da lui, rassicurarlo sulla nostra presenza, esserci.

Questo è creare connessioni: insegnare loro che il filo conduttore delle sequenze che riempiono la notte e il giorno è che siamo insieme, e che possiamo accorrere quando lui ha bisogno di noi.

“Lascialo piangere, si abituerà”

E’ un comportamento di successo che ritengo tuttavia crudele.
Questo non vale solo per il sonno, ma per qualsiasi esigenza o per qualsiasi frustrazione che i bambini esprimono (il desiderio di un giocattolo, il primo giorno di scuola, e così via).

E’ vero, i bambini si abituano, e imparano anche a dormire da soli, fino all’età adulta, ma quello che rimane radicato in loro è il senso di profonda solitudine e la certezza che non possono contare su nessuno che li aiuti ad affrontare la loro paura di essere soli. Imparano che la loro difficoltà ad addormentarsi non è importante. Imparano che loro non sono importanti (e che il sonno dei loro genitori lo è di più).

Insegniamo ai nostri figli come è possibile colmare la separazione, non a sopravvivere alla solitudine.