Proviamo a riflettere su quali aspettative abbiamo sulla formazione dei nostri ragazzi e su come possiamo aiutarli ad avere un rendimento migliore e uno sviluppo più autentico.

Nel precedente articolo abbiamo parlato dell’importanza che la valutazione ed il rendimento hanno nel nostro sistema educativo e scolastico, e come questo faccia i conti con lo sviluppo. Aggiungiamo oggi un’altra riflessione, forse in stile  un po’ provocatorio ma efficace, valida sia per i genitori che per gli educatori.

Io credo che se vogliamo far perdere l’ interesse ad un bambino (ma anche in un adulto) dobbiamo dirgli che deve fare qualcosa obbligatoriamente.

Ma c’è dell’altro: basta dare delle linee guida rigide su come deve svolgere un compito e mostrarsi ansiosi di giungere allo svolgimento, lasciandoci irritare dalle tante domande apparentemente inutili o “poco centrate sul tema” che i bambini sono capaci di fare.

E se ci sono problemi comportamentali in classe (come nella moda tanto attuale delle diagnosi di “iperattività“), o se in casa non regna il silenzio (durante un gioco, o durante lo svolgimento dei compiti a casa), non ci venga mai il dubbio che il bambino sia annoiato, o gli stiamo chiedendo di essere concentrato su qualcosa per un periodo di tempo molto lungo!

Inoltre, proviamo ad inibire o svalutare qualcuno che ci sembra esuberante, con tanta energia, dimentichiamoci che esiste la personalità, il carattere, e consideriamo ogni diversa prospettiva come un atteggiamento di sfida verso chi insegna e verso quello che viene insegnato.

Lo so, a volte avere a che fare con i bambini è stremante: ma gli adulti sanno essere artefici della loro stessa fatica, ed impiegano moltissimo tempo a relazionarsi con i bambini “in modo adulto”, non considerando la loro prospettiva. Guardare il mondo con gli occhi di un bambino ci farebbe vedere le cose in modo diverso.

Avete mai riflettuto su quanto sforzo è necessario per mantenere la concentrazione per un lungo periodo di tempo, e soffocare il desiderio di socializzare con le persone che sono sedute intorno a noi?
Non capita solo in classe, ma anche agli adulti ad un meeting, ad esempio.

In nome dell’autocontrollo, consumiamo una grandissima quantità di energia per ritardare i nostri desideri, soffocare le emozioni, controllare i nostri impulsi, dirigere la nostra attenzione verso quello che ci viene richiesto.

Al contrario, non è facile ammettere nemmeno per noi adulti che la nostra quantità di risorse è limitata, e che possono esserci, giorno per giorno, diverse condizioni fisiche per le quali non siamo sempre in grado di corrispondere alle richieste dell’Ambiente.

Tutti noi siamo stati a scuola, e possiamo ricordarci di questa fatica. Ai nostri bambini chiediamo di impiegare uno sforzo intenso per  essere obbedienti e aumentare l’auto-controllo. Alcuni bambini riescono perfettamente, altri hanno bisogno di più tempo, o attraversano periodi di esaurimento delle loro energie: sono le situazioni che noi adulti “non capiamo”.

E quale pensate che sia il modo migliore di ricostituire le energie fisiche e mentali nell’età scolastica? Spero non vi stupirà sapere che sono le attività come la ricreazione, lo svago, la musica, lo sport e l’arte.
I ragazzi hanno bisogno di pause, o di attività rilassanti e divertenti: dopo queste discipline sono più concentrati ed energici, perché, al contrario di quanto si pensi, sono attività che restituiscono motivazione e favoriscono l’apprendimento.

Mi chiedo quanto gli insegnanti di queste materie siano consapevoli di tutto ciò: avete presente quel paradosso in base al quale quando facciamo qualcosa di impegnativo ma che ci appassiona non sentiamo la stanchezza? E quei film che ci prendono talmente da tenerci incollati allo schermo senza accorgerci del mondo intorno?

I bambini hanno bisogno di attività appassionanti. Le città stanno creando molti progetti che si basano sulla possibilità di sperimentare, usare il linguaggio corporeo, approcciare il Sapere da punti di vista “non convenzionali”: purtroppo questo non è ancora lo stile del sistema scolastico, che si basa ancora sul completamento di programmi ministeriali e su un sistema valutativo e conformista.

So che gli insegnanti, ed anche alcuni genitori, ribatteranno alle mie opinioni dicendo che tutto questo “va svolto” ed “è importante” per una buona formazione. Purtroppo però è il momento di accorgersi che il cervello umano non funziona sulla capacità di accumulare informazioni, indipendentemente dalla forza di volontà che ognuno di noi può avere.

Sappiamo che i nostri ragazzi sono i più preparati nel sistema scolastico europeo, ma anche quelli dotati di minore creatività e senso pratico, prova del fatto che la sola forza di volontà (unita all’intelligenza) non basta.

E’ importante che la scuola sia capace di scoprire cosa appassiona un bambino, e che gli dia opportunità per realizzarlo. Così come è importante che il gioco ed il tempo libero siano poco strutturati, che siano liberi, anche a rischio di attraversare la noia e la capacità di trovare un interesse.

Siamo genitori troppo premurosi e solerti nel pianificare tutto il loro tempo, nel buon proposito di aiutarli a sviluppare molti talenti. Ricordiamoci del valore della libertà: divertimento, gioco, relax. In cambio si otterranno ragazzi curiosi, creativi, dal pensiero critico, ma anche più attenti ed impegnati.

Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: ilmondourladietrolaporta.wordpress.com