Cosa succede quando i minori sono più esperti dei genitori nell’utilizzare la tecnologia?

Non lo sappiamo. Lo stiamo vivendo come rivelano i dati del Libro Bianco – il Rapporto realizzato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM).

Libro bianco

Quali controlli?

I minori di oggi hanno sempre più precocemente autonomia nell’accesso ai vari sistemi di comunicazione. Una capacità di accesso che ovviamente non si accompagna con una maturità d’utilizzo.

I bambini e i ragazzi sono sempre più consapevoli della tecnologia che utilizzano ma sempre meno consapevoli delle sue conseguenze.

I minori non percepiscono la vera natura di certi comportamenti nelle community. Ritengono di essere e di restare anonimi. Non si rendono conto della gravità dei comportamenti leciti e illeciti. E purtroppo spesso neanche i genitori sanno come accompagnarli e proteggerli in Rete.

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E qui si apre il grande dibattito che chiama in causa i genitori e gli adulti in generale.

Gli strumenti di protezione come il Parental Control risultano superati. Sono troppo rigidi e mal si adattano ai contenuti fluidi a cui sono sottoposti i minori oggi.

Come ci si deve comportare? Che cosa si deve fare?

Libro Bianco “Media e Minori 2.0”

Il Rapporto ha indagato le competenze digitali di bambini (6-12 anni) e adolescenti (13-17 anni). Ha misurato il loro “attivismo” on line e ha cercato di cogliere il pericolo percepito dai più giovani nella loro esperienza di navigazione.

Internet per giocare e studiare

Secondo i dati del Rapporto i bambini utilizzano Internet principalmente per attività ludiche, come cercare video, giocare con videogiochi da soli, ascoltare musica, scaricare app o programmi.

L’uso di Internet viene motivato anche da necessità di studio (per il 54,7% dei genitori), anche se il dato dipende soprattutto dall’utilizzo fatto dai bambini dai 9 ai 12 anni.

Di contro quasi il 21% dei genitori  afferma che il proprio figlio naviga on line senza uno scopo particolare e senza soprattutto che loro lo sappiano.

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Nuove competenze per la famiglia

Lo diciamo da tempo. I genitori di oggi non posso delegare le proprie responsabilità educative nei confronti della tecnologia. Serve un’educazione digitale anche e soprattutto in famiglia.

Regole da definire insieme ma che presuppongano competenze e consapevolezze da parte di mamme e papà. Non basta regalare gli smartphone o i tablet.

Il cyberbullismo, il sexting sono fenomeni reali. Non possiamo fare gli struzzi. Ma come ci insegna la logica del web occorre fare rete tra istituzioni. Farsi aiutare laddove si è carenti. Informarsi ed imparare per poter insegnare.