Nella crescita dei figli, capita certe volte che un genitore sia pronto a fare un passo e che l’altro invece ritenga che sia troppo presto. A volte questo porta a grandi liti ed incomprensioni. E’ normale che questo avvenga? Si può essere così diversi?La riposta è : assolutamente sì. Succede anche di essere perfettamente concordi riguardo ad un obiettivo, ma a volte le tappe della crescita sono più difficili da superare (e mi riferisco proprio a noi genitori) ed allora uno dei due può arrivarci prima dell’altro, l’altro può rimanere un po’ indietro.

Perché succede? Perché in una coppia, ciascuno dei due incarna un aspetto della questione, una polarità, ed è una cosa assolutamente sana dal momento che è nell’equilibrio che si trova l’ideale di ogni cosa.

Parliamo di tappe della crescita, in particolare di quel momento per insegnare ai nostri figli a dormire da soli nella propria camera. Ma questo discorso vale per qualsiasi altra tappa evolutiva che richieda un cambiamento.

Ci sono famiglie in cui questo avviene e basta. Altre in cui si discute, si prova, si litiga per mesi senza giungere ad una soluzione.
Inutile dire che l’esitazioni o la tensione è perfettamente percepita dal bambino, e che finché ci saranno in campo queste dinamiche, il progresso sarà difficile.

Capita che uno dei due non veda l’ora che il piccolo esca dalla camera (o dal lettone), e l’altro invece incarna la preoccupazione che possa essere troppo presto.In questi casi, come dirimere la lite? Cambiando le percezioni della situazione.

E’ importante credere, infatti, che entrambe le posizioni “esistono” perché portano un vantaggio al piccolo, e ciascun genitore “si prende cura” di evidenziarle facendole passare attraverso il proprio vissuto e le proprie percezioni.

E’ fonte di ricchezza quando ciascun genitore è capace di vedere un aspetto della questione, e che sia attento a non anticipare troppo le tappe, da un lato, e a non ritardarle troppo, dall’altro.
Il risultato sarà tutto a vantaggio del piccolo, a condizione che ciascuno dei due sappia “ringraziare” l’altro per la differenza del suo punto di vista.

La ricerca del compromesso, fatta in un clima di fiducia verso la prospettiva dell’altro, sarà la scelta migliore per quella famiglia e quella situazione. E resteremo stupiti di quanto sarà facile per nostro figlio imparare qualcosa di nuovo quando lo sfondo dell’esperienza è fatto di questo “spirito di squadra”.

dott.ssa Marcella Agnone – Psicologa Psicoterapeuta

foto: darionoli.wordpress.com