Dopo l’intervento sull’ansia scolastica, la nostra psicologa affronta un altro tema legato alla scuola. Lo scopo è mettere a disposizione di genitori e figli tutti gli strumenti necessari per rendere quella tra i banchi un’avventura straordinaria.

Problemi con l’insegnante: gli atteggiamenti da NON assumere

A volte capita che i genitori non siano soddisfatti degli insegnanti o di altri aspetti legati all’esperienza scolastica del proprio figlio. Spesso si tratta di dubbi sulle scelte didattiche o delle modalità relazionali degli insegnanti.

Punti di vista differenti che in molti casi portano la famiglia a decidere addirittura di cambiare classe o scuola al bambino.

A volte è il bambino stesso a lamentarsi; altre volte è la famiglia ad essere scontenta malgrado il figlio appaia sereno.

In entrambi i casi per i genitori inizia un periodo davvero critico, caratterizzato da tensioni e preoccupazioni.

“Ti cambio scuola immediatamente!”

“Ma come si permette la maestra?!”

Ecco le prime reazioni a caldo che, di fronte alla sofferenza del proprio figlio, mamma e papà potrebbero esprimere davanti a lui.

Tali reazioni, per quanto comprensibili, rischiano di insegnare al bambino che di fronte ai problemi e agli ostacoli non vi siano altre soluzioni se non:

●   la fuga

●   l’attacco

Ma è davvero così?

Non saranno per sempre piccoli, tra non molti anni entreranno nel mondo del lavoro e anche in quel contesto potrebbero incontrare problemi. Vogliamo davvero che davanti ad ogni difficoltà facciano retromarcia?

Aiutare i bambini a costruire strategie funzionali

Forse ogni ostacolo che si pone davanti a loro, come un’insegnante poco empatica, fredda, dai toni bruschi o particolarmente esigente, può essere un’opportunità per aiutarli a costruire risorse e strategie funzionali, supportati dal costante sostegno dei genitori.

Salvo casi eccezionali che purtroppo esistono (violenze, umiliazioni, reale inadeguatezza formativa ecc.) il più delle volte il percorso migliore è quello di allenare i bambini a tollerare le difficoltà e trovare strategie di adattamento. Ciò li renderà più forti!

Tollerare ciò che non ci piace e analizzare cosa possiamo fare per migliorare noi stessi sono insegnamenti fondamentali da trasmettere ai bambini!

Consigli per procedere in modo corretto

●   Analizzare con obiettività il comportamento del proprio figlio e valutare se questo sia migliorabile

●   Sollecitare il proprio figlio ad una maggior responsabilità, chiarendo quali sono le regole della scuola sia in termini didattici sia educativi sia relazionali. A volte vengono riferite con stupore e fastidio richieste che invece sono lecite da parte di un docente.

●   Cercare di capire se le situazioni fastidiose che il bambino riferisce siano reali e condivise dagli altri compagni oppure no. Potrebbe infatti vivere (e quindi riferire) con intensità situazioni che non sono realmente drammatiche ed è importante per un genitore comprenderlo sia per aiutare il proprio bambino sia per evitare di ipotizzare inutilmente soluzioni estreme.

●   Fornire al bambino altre chiavi di lettura degli eventi che accadono e che lo fanno star male, per esempio provando a mettersi nei panni degli altri

●   Comunicare assertivamente con l’insegnante con cui si hanno problemi, riferendo le difficoltà sperimentate e proponendo di collaborare per il bene del bambino

●   Chiedere parere ad uno specialista, meglio ancora se interno al contesto: per esempio lo psicologo scolastico, figura sempre più presente negli istituti

●   Individuare risorse positive (tra i compagni e/o tra i docenti) che possano alleviare il malessere del bambino dandogli fiducia

Quando è bene “prendere le distanze”


Quando non vi sono risorse o quando è in atto una situazione insostenibile spiegare al bambino che a volte è importante prendere le distanze per tutelare il proprio benessere, cambiando classe o scuola.

“Tentarle tutte” non è un atto di colpevolizzazione del bambino a cui chiediamo di fare un ulteriore sforzo. Tutto il contrario! È un passaggio importante che serve anche ad evitare che esso si colpevolizzi: spesso infatti quando vedono i genitori preoccupati o infuriati nei confronti della scuola i bambini si sentono in colpa addebitandosi responsabilità che non hanno.

Condurli attraverso un percorso di consapevolezza, autocritica e comunicazione assertiva gli darà la sensazione di avercela messa tutta e, laddove poi si decidesse di cambiare scuola, il bambino capirebbe di aver trovato un contesto negativo resistente e reticente da cui, appunto, è meglio allontanarsi.

In sintesi, quando un figlio ha un problema a scuola facciamogli sentire che ci siamo e che ce ne prenderemo cura, in primis analizzando la situazione e cercando strategie funzionali per viverla.

Non esistono solo la fuga o l’attacco come soluzioni. Fortunatamente ne abbiamo tante altre!