Abbiamo già parlato dell’importanza delle vaccinazioni anche in gravidanza, in particolare per la cosiddetta trivalente.

Ma perché è così importante questo vaccino?

Vaccino trivalente: nessun rischio per mamma e feto

L’antidoto trivalente, Dtpa protegge, sia la mamma sia il neonato dalla difterite, dal tetano e dalla pertosse.

L’indicazione a effettuare la vaccinazione durante la gravidanza deriva dall’opportunità di proteggere soprattutto il neonato dalla pertosse. Una malattia che se contratta nei primi mesi di vita può avere effetti letali. Il piccolo infatti non è ancora immunizzato.

Purtroppo però sono tante le mamme che nonostante le raccomandazioni e le rassicurazioni della comunità scientifica non si vaccinano.

In Italia, dove la vaccinazione è offerta gratuitamente tra la 27esima e la 35esima settimana di gravidanza, ancora oggi l’adesione non arriva al dieci per cento.

Eppure i rischi derivanti dalla pertosse per i neonati sono alti, come testimoniano i due decessi avvenuti a Bergamo durante la scorsa estate .

Con la vaccinazione trivalente si favorisce il trasferimento di anticorpi dalla mamma al neonato, in modo da proteggere quest’ultimo fino alla sua vaccinazione.

Non esiste correlazione tra vaccino Dtp e autismo

Uno studio statunitense sul vaccino Dtpa pubblicato sulla rivista «Pediatrics» si è focalizzato proprio sulla ricerca di correlazioni tra il vaccino e l’autismo.

I ricercatori hanno arruolato oltre 81mila bambini nati tra il 2011 e il 2014 negli ospedali del gruppo Kaiser Permanente, nel Sud della California.

Una volta ricostruiti i tassi di adesione alla vaccinazione da parte delle rispettive mamme, durante la gravidanza, e preso nota delle diagnosi di disturbi dello spettro autistico ottenute entro il 30 giugno 2017 (nell’1,6 per cento dei bambini coinvolti), è stato possibile costruire un modello di rischio per definire l’eventuale correlazione tra la somministrazione del vaccino trivalente e l’insorgenza dell’autismo.

Il risultato è stato chiaro: la vaccinazione materna non è stata associata a un’aumentata probabilità di rilevare un disturbo dello spettro autistico nella prole.

Anzi: i tassi di questi ultimi sono risultati più bassi tra i figli delle donne protette, per lo più primipare e con alle spalle solidi percorsi di istruzione.

Nello studio, i tassi di adesione alla vaccinazione sono aumentati rapidamente: dal 26 per cento delle donne incinte nel 2012 al 79 per cento delle stesse del 2014.

Quando vaccinarsi?

Le conclusioni rassicuranti rappresentano un contributo in più per favorire l’adesione da parte delle donne in dolce attesa a una misura di profilassi che stenta a decollare.

La vaccinazione va ripetuta a ogni gravidanza. Anche se tra due di esse intercorre un periodo molto breve.

Il periodo raccomandato per effettuare la vaccinazione è il terzo trimestre di gravidanza. Idealmente intorno alla 28a settimana, al fine di consentire alla gestante di produrre gli anticorpi sufficienti e il conseguente passaggio transplacentare.

Non c’è nessun problema a somministrare l’antidoto contro la pertosse assieme a quello antinfluenzale, purché la gravidanza sia destinata a concludersi nell’ultimo trimestre dell’anno: quello in cui è attiva la campagna mirata a contenere la portata dell’influenza

 

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