La stipsi o stitichezza in gravidanza fa parte di quei disturbi che generalmente le donne avvertono durante i nove mesi di gestazione. 

In alcuni casi si presenta per tutti e tre i trimestri. Talvolta addirittura può persistere persino qualche settimana dopo il parto.

Le cause

La stipsi si caratterizza per una ridotta frequenza dell’evacuazione. Oppure con evacuazioni tanto rare quanto dolorose.

Si tratta di un disturbo che in gravidanza può essere definito “multifattoriale”, poiché le cause che lo originano possono essere di vario tipo: ormonali, alimentari e legate allo stile di vita. 

Fattori ormonali

L’aumento della produzione di progesterone, l’ormone femminile che permette l’impianto dell’embrione nell’utero provoca infatti un effetto miorilassante. Questo genera una riduzione delle contrazioni intestinali necessarie per la corretta evacuazione.

Cause alimentari

Durante la gravidanza aumenta il fabbisogno di liquidi che porta ad avere feci più dure ( e per questo si consiglia sempre di bere tanta acqua).

Fisiologia

La dimensione dell’utero aumenta e questo provoca la contestuale riduzione dello spazio dell’intestino, che si trova sempre più compresso e schiacciato.

Come combattere stipsi in gravidanza

Ogni donna può prevenire e ridurre il fenomeno della stipsi in gravidanza seguendo delle semplici raccomandazioni che riguardano in particolare il proprio stile di vita.

Un approccio per così dire olistico, che riguarda quindi più aspetti della propria quotidianità.

Attività fisica

Nuoto, attività in acqua e yoga aiutano a “liberare” lo spazio necessario all’intestino, grazie alle posizione assunte e alla riduzione della forza di gravità. Ma fa bene anche camminare almeno una mezz’ora al giorno.

Assunzione di liquidi

Bere molta acqua, the, tisane. Almeno due litri e mezzo al giorno. Evitate invece bevande gasate e zuccherate.

Frutta e verdura

Appena sveglie, a digiuno e prima di fare  colazione, bevete un bicchiere d’acqua tiepido e mangiate un kiwi maturo.

Preferite alimenti come minestre, muesli, yogurt, pane integrale e zuppe di cereali. Scegliete verdure di stagione, cuocetele e vi aiuteranno, poiché ricche di fibre a rilassare i tessuti dell’intestino.

Lassativi si o no?

Non esiste un farmaco “consigliato” per il trattamento di questo disturbo.

L’importante è che il lassativo scelto sia efficace, ben tollerato e che non abbia effetti dannosi sul feto.

Ad esempio, farmaci a effetto lassativo come la glicerina, il lattulosio e il sorbitolo possono essere utilizzati perché molto sicuri.

Anche i rammollitori fecali (macrogol, polietilenglicole), che favoriscono la formazione di feci più morbide e “umide” poiché contenenti un maggiore quantitativo di acqua, possono essere assunti con tranquillità, prediligendo però l’utilizzo di queste sostanze nei casi di donne che soffrono di stipsi cronica.

Occorre invece prestare molta attenzione all’assunzione di lassativi osmotici salini, come il citrato di magnesio o il fosfato di sodio, che possono causare ritenzione di sodio materna, oppure agli oli vegetali, come l’olio di ricino, che può essere causa di contrazioni uterine premature.

Quando utilizzare il clistere

Come abbiamo già detto il problema della stipsi non può essere risolto con il semplice ricorso ai lassativi, ma, essendo un disturbo multifattoriale, è necessario agire su più fronti, modificando alimentazione e stile di vita.

Ecco perché anche eventuali “rimedi veloci” per la stitichezza in gravidanza, come ad esempio i microclismi o clisteri possono essere d’aiuto solo apparentemente.

Si interviene infatti sullo specifico ingombro intestinale ma non si agisce sulle cause che lo provocano.

Fonte: Uppa