Raffreddore, tosse, febbre: perché i bambini piccoli si ammalano tanto spesso? Chiarimenti sul funzionamento del sistema immunitario e norme comportamentali da adottare per prevenire il rischio di infezioni alle vie aeree

Il sistema immunitario dei bambini piccoli

Alla nascita, il sistema immunitario non è ancora perfettamente maturo: è solo verso i due anni che diventa veramente efficiente e qualche volta anche un po’ più tardi.

Nei primi sei mesi di vita la difesa da virus e batteri è assicurata dagli anticorpi della madre, trasmessi al piccolo durante la gravidanza, attraverso la placenta. Poi questi scompaiono e il bambino deve fare da solo, ma da un lato il suo sistema di difese è ancora in formazione, dall’altro non ha mai incontrato i “nemici” e quindi non è in grado di riconoscerli. Il fatto che un bambino si ammali è quindi una cosa normale. Se poi ha dei fratellini che vanno a scuola o se lui stesso frequenta precocemente l’asilo nido, è logico aspettarsi che si ammali molto spesso.

L’asilo nido è da evitare?

L’asilo-nido è una grande risorsa per le mamme che lavorano, anche se un certo numero di assenze per malattia deve essere messo in conto. In alcuni casi, però, il bambino si ammala così spesso che vale la pena di pensare a una sospensione temporanea della frequenza.
Se la mamma non lavora o se può avvalersi della collaborazione dei nonni o di una tata, il miglior modo per far socializzare il bambino piccolo, senza incorrere nel rischio delle infezioni ricorrenti, è il gioco con i coetanei all’aperto. La scelta del parco come luogo per il gioco permette anche di prendere più sole, che fa aumentare i livelli di vitamina D e questo aiuta le difese immunitarie.

Che cosa si può fare per evitare le infezioni delle vie aeree?

  • Evitare il fumo passivo

Il primo e più importante accorgimento per prevenire le infezioni delle vie aeree, le più frequenti nei nostri climi, è quello di evitare il fumo passivo, che rende le vie respiratorie molto più fragili. Per fare questo non basta che i genitori fumino sul balcone: le particelle prodotte dalla combustione delle sigarette si depositano sui vestiti, sulle tende e sui divani. Papà, mamma, nonni e tate, se fumatori, dovrebbero cercare di smettere di fumare o almeno di ridurre drasticamente il numero di sigarette e cambiarsi spesso.

  • Tenere pulito il naso

E’ importante anche cercare di tenere pulito il naso. Esiste un meccanismo fisiologico per questo, lo starnuto, che funziona bene anche nei bambini piccoli. Può succedere, però, che una banale infezione renda meno efficace il meccanismo naturale di pulizia. In questo caso il muco fatica a uscire e il naso si tappa. È il momento di provvedere. Vediamo in che modo:

  • Di solito, nel bambino piccolo, basta mettere qualche goccia di soluzione fisiologica nelle narici per diluire il muco e favorire lo starnuto che lo elimina.
  • In alcuni bambini più grandicelli, per motivi anatomici, succede che il “moccio” (ora sapete perché i bambini li chiamano mocciosi), invece di scendere dal naso, ristagni e addirittura risalga verso l’orecchio o verso i seni paranasali o scenda nei bronchi. In questi casi è opportuno lavare il naso, ponendo il bambino sdraiato sul fianco, in modo che una narice sia più in alto dell’altra, oppure, se grandicello, in piedi con la testa piegata di lato. Si introduce, ad esempio con una siringa senza ago, un po’ di soluzione fisiologica tiepida nella narice che sta più in alto e la si vedrà uscire dalla narice che sta in basso.

La quantità di soluzione fisiologica dipenderà dall’età del bambino, 1-2 ml nei più piccoli, fino a 10-20 ml nei ragazzini delle elementari.

Dopo il lavaggio, il muco non va aspirato, perché, se non è uscito dall’altra narice, è stato deglutito, in ogni caso non è più nel naso. Alcuni consigliano, nei più piccoli, in alternativa al lavaggio, l’utilizzo di aspiratori casalinghi, ma questa pratica è meno semplice di quanto non sembri ed è meno efficace.

In ogni caso il naso sano non deve essere lavato, perché il muco ha una sua funzione e non va sempre rimosso. Occorre anche dire che un lattante con il naso ostruito è molto disturbato e non riesce ad alimentarsi: il solo respiro rumoroso non è sintomo di ostruzione nasale a questa età.

Fino a che punto è normale che un bambino si ammali e quando ci si deve preoccupare?

Le infezioni respiratorie che tutti i bambini contraggono, con maggiore o minore frequenza, sono quelle delle alte vie aeree, starnuti, naso chiuso, tosse, febbre che dura pochi giorni. A volte una di queste forme si complica con un’otite. Altre volte possono essere interessati anche i bronchi. Il pediatra prescriverà un antibiotico e magari qualche aerosol e tutto si risolverà in tempi brevi.

Ci sono però casi in cui, effettivamente, infezioni respiratorie troppo frequenti o gravi sono la spia di un difetto, magari transitorio, del sistema di difesa, oppure sono indicative di una malformazione o di una malattia che deve essere diagnosticata e affrontata.

Per capire quando si è di fronte ad una situazione di questo tipo, il pediatra ascolterà la storia clinica con molta attenzione rivolgendo ai genitori domande mirate, poi visiterà il bambino e, se a quel punto avrà motivo di sospettare una patologia sottostante, richiederà gli esami del caso. In base ai risultati e all’osservazione clinica nel tempo, potrà formulare una diagnosi e proporre una terapia o una strategia preventiva.

Articolo a cura della Dott.ssa Marinella Lavelli, Centro Medico Santagostino

Milanese, laurea in medicina nel 1977 con una tesi di argomento immunologico (deficit immunitari).
Specializzazione in Pediatria, tirocinio in cardiologia pediatrica, stage all’estero in patologia neonatale.
Dal 1984 alla fine del 2011 pediatra di famiglia. Master in immunopatologia dell’età evolutiva presso l’Università di Pavia e da 3 anni medico frequentatore presso la Clinica Pediatrica, ambulatorio di allergologia e pneumologia. Da marzo 2014 collabora con il Centro Sant’Agostino.